Like! Analizzavo ieri con interesse il progetto, tutto italiano, YepLike e al tempo stesso ragionavo su Stickybits cercando di capire sostanzialmente dove stiamo andando. Credo non sia sbagliato parlare di “like economy”, comprendendo sotto questo ombrello almeno 5 tendenze piuttosto chiare:
- Iper-realtà: le persone vedono una cosa, e prima ancora di generare un’opinione mentale sulla stessa decidono se è o meno il caso di fissarne i tratti con una foto, un video o la geolocalizzazione della stessa.
- Condivisione: il valore di una scoperta, di uno scherzo, di una battuta, di uno sconto, non sta più nell’attività in se ma risiede nel “quanto quell’azione ci accredita presso il network o community di riferimento”.
- Dimensione ludica: un prodotto mi piace o non mi piace, “sblocco” un badge, vinco un ipad. Si gioca sempre, si gioca molto. Scommesse, fortuna, ma anche classifiche e punti. (Gamification?)
- Recensione e ranking: ogni oggetto, persona, luogo, itinerario può essere valutato e recensito, le recensioni possono essere validate e i recensori ottenere o meno ulteriore accreditamento presso la community.
- Discussione e relazione: la discussione e le relazioni si spostano sui network sociali, facebook su tutti (a breve un articolo “perché i social media non sono una bolla), un blog o un sito aziendale possono giovare di tale contesto ma le aziende devono prendere atto che è la torta dell’analytics che cambierà moltissimo nei prossimi mesi, anche e soprattutto grazie ai social media.
Cosa possono fare le aziende? Possono massimizzare la propria “likabilità“, cercando di non riproporre il già visto e ponendosi come interlocutori affidabili, palesando un prodotto di qualità (!) e aprendosi alla discussione, cavalcando questi trend potremmo probabilmente girare la boa che porta al traguardo dell’economia di domani.