Sto svolgendo, come i lettori più attenti di Marketingarena.it già avranno capito, un tirocinio di 3 mesi in una grande impresa.
Vorrei fare alcune precisazioni per far capire meglio il contesto nel quale mi trovo:
· L’azienda, che ha circa 60 anni di vita, opera nel b2b e il core business è molto specifico
· L’azienda ha 4 sedi produttive (2 in Italia, 2 all’estero), fatturato abbondantemente sopra i 115 milioni di euro, di cui oltre il 70% frutto di vendite estere, circa 900 dipendenti, ed in continua e progressiva espansione: attualmente è terza come market share a livello mondiale
· L’azienda sta in questo periodo implementando la struttura legata al marketing con l’ingresso di un nuovo responsabile: una volta ultimato l’inserimento di questa figura è previsto un ampliamento di questa divisione, con nuovo personale.
L’azienda, da circa 5 anni, ha deciso di cambiare il proprio approccio al mercato: ha iniziato a puntare su qualità e R&D, implementando la ricerca con investimenti equivalenti a circa il 10% del proprio fatturato: uno sforzo notevole che le ha consentito di fare progressi incredibili come quota di mercato, a discapito di competitor molto più grandi e consolidati.
Altro passo fondamentale è stato puntare sui giovani: a fianco di responsabili con esperienza si è deciso di inserire giovani neo-laureati, con lo scopo di farli crescere internamente. Gli area manager, per fare un esempio, hanno dai 30 ai 36 anni, affiancati da collaboratori che a loro volta hanno dai 25 ai 27 anni e sono figure validissime (dati di vendita alla mano).
Mancava un solo tassello: la comunicazione e il marketing in generale. L’azienda finora ha investito poco o niente in questo ramo aziendale, pensando che il marketing in definitiva fosse solo l’attività legata a fiere e workshop. C’era un responsabile marketing, che si occupava di questo e di adv, ma senza preparazione specifica, affidandosi alle direttive generali impostate da un consulente esterno, un collaboratore americano esperto del settore, che tuttavia non poteva avere chiara la situazione in ogni step, non lavorando internamente.
Nell’ultimo anno il non completo riconoscimento del valore dell’azienda in campo internazionale ha fatto sì che il CEO (il figlio del fondatore) e i due figli (responsabili uno della divisione tecnica, l’altro di quella commerciale) si siano decisi a fare “il grande passo”, puntando su una figura giovane (il nuovo responsabile ha nemmeno 35 anni), ma già con circa 6,7 anni di esperienza maturata sul campo.
Da stagista e studente di marketing ho la fortuna di vedere in real time il training e l’ingresso in azienda di questo nuovo responsabile: ho già iniziato da qualche settimana a confrontarmi e relazionarmi con lui e, ammetto, che la mano esperta di una figura che si muove da anni nel campo si nota. Le prime settimane in cui non avevo un punto di riferimento unico, tangibile,e specializzato hanno comportato momenti di difficoltà, poiché la preparazione universitaria fornisce solo le basi teoriche per capire il contesto.
E qua apro un piccolo accenno polemico: ma l’università si renderà mai conto che nel Nord Est ( e in Italia oserei dire) ci sono più aziende che operano nel B2B che nel B2C, e che sarebbe il caso di fornire qualche strumento in più per affrontare, dal punto di vista del mktg, questo mercato? Ho provato ad applicare alcuni modelli, estrapolati da alcuni manuali di marketing, col risultato di trovarli assolutamente inadeguati da un punto di vista pratico perché troppo orientati a grandi imprese che operano nel B2C: d’accordo che l’università deve fornire soltanto le linee guida, ma almeno che queste siano applicabili.
Infine volevo aprire una parentesi: si è rivelata più utile del previsto l’esperienza maturata su Marketingarena, in quanto certe tematiche specifiche, affrontate in questo blog, mi hanno permesso di partire con qualche cognizione di causa, nell’affrontare alcuni incarichi all’interno dell’azienda.