In Italia, il mondo del turismo è responsabile del 13% del PIL e del 15% dell’occupazione. A causa dell’emergenza in atto, però, si stima una contrazione del settore pari al 73% nel primo semestre 2020 e un giro d’affari di appena 16 miliardi di euro, non certo paragonabile ai 57 miliardi generati l’anno scorso, nello stesso periodo (Fonte: CNA). I numeri sono sconcertanti, ma c’è chi non si arrende e ricerca soluzioni innovative per aiutare le imprese del turismo a ripartire.
The Data Appeal Company, insieme a Onde Alte, hanno dato vita ad “Hackathon for Travel Industry”, una vera e propria maratona della durata di 48 ore, che si svolgerà tra il 30 aprile e il 2 maggio, durante la quale più di 100 team si sfideranno a colpi di genio e di innovazione per proporre il miglior progetto di ripartenza per il turismo. Non solo destinazioni, non solo strutture alberghiere, ma anche musei, trasporti e ogni forma di ricettività saranno al centro di questa sfida che coinvolgerà innovatori, startupper, developer, creativi, e chiunque altro voglia contribuire al rilancio del settore in questa seconda fase dell’emergenza.
Ma cos’è un Hackathon?
È un evento in cui esperti di differenti settori (business, tecnologia, sviluppo, sistemi) si riuniscono in un contesto collaborativo/competitivo per offrire il più alto numero possibile di proposte in risposta a problemi definiti. I partecipanti vengono raggruppati in squadre bilanciate per competenze, scelgono il tema su cui concentrarsi ed hanno un tempo limitato per produrre idee e progetti. Le differenti proposte vengono poi valutate da una giuria di esperti che premia le più meritevoli e le propone per l’implementazione.
A muovere i fili di questa iniziativa c’è Mirko Lalli, Founder & CEO di The Data Appeal Company e ideatore del progetto “Hackathon for Travel Industry” che ha coinvolto diverse personalità del mondo del marketing, del business e del turismo, tra le quali il nostro Head of Client Experience, Alberto Casna, e il nostro Managing Director, Giorgio Soffiato.
Lo abbiamo intervistato per saperne di più sull’iniziativa.
Ciao Mirko. Perché avete scelto la modalità dell’Hackathon per affrontare temi complessi come quelli che oggi toccano il sistema del turismo? Quali sono i “cambiamenti” soprattutto culturali che vedete in questo ambito e cosa credi sia necessario cambiare, anche a livello di processi aziendali per ripartire?
“Hack for Travel” nasce da un’iniziativa spontanea e dal basso: è completamente volontaria, il ché significa che le persone coinvolte hanno volontariamente deciso di salire a bordo per provare a fare qualcosa per il mondo del turismo, il più colpito da quello che sta succedendo oggi.
Questa epidemia sta seminando molti morti, ed è drammatico, ma lascerà sul campo anche molte aziende in difficoltà appartenenti a tutte le categorie del settore del turismo. Noi in Italia siamo più esposti rispetto agli altri Paesi europei perché la nostra struttura imprenditoriale è particolarmente fragile. Oltre il 90% della nostra offerta d’ospitalità è piccola e indipendente, e questo ci mette ancora più a rischio in una situazione come quella che stiamo vivendo.
Perché, quindi, l’Hackathon? Perché è un evento ad alta energia. In passato abbiamo avuto occasione di organizzare anche Hackathon “dal vivo”, e ci siamo resi conto di come, mettere assieme centinaia e centinaia di persone per lavorare su un tema comune, creasse un clima eccezionale e portasse alla nascita di idee e di prototipi immediatamente eseguibili e davvero sorprendenti. Abbiamo pensato, quindi, sulla scia di quanto fatto in altri settori, di replicare l’esperienza in un format completamente online, per trovare delle soluzioni per rinascere, per ripartire, per affrontare la situazione attuale e quella che verrà subito dopo.
Come si svolgerà a livello logistico l’iniziativa?
Ci stiamo appoggiando a varie piattaforme online, in modo da creare una serie di ambienti per poter lavorare da remoto. Durante la fase di onboarding, i partecipanti dovranno dichiarare chi sono, di che cosa si occupano, quali sono i loro “superpoteri” e il focus su cui vogliono lavorare. Una volta terminata questa procedura, si passerà alla formazione dei gruppi. Possono partecipare all’iniziativa sia gruppi già formati che singole persone, che avremo poi cura di inserire nei vari team a seconda delle competenze e degli interessi espressi. I posti disponibili per i singoli partecipanti sono terminati, ma fino alle 24 del 29 aprile rimarranno aperte le iscrizioni per i gruppi.
I gruppi verranno seguiti da dei mentor e varranno forniti loro dei check point puntuali. Al momento della consegna del progetto, i partecipanti dovranno inviarci una descrizione del lavoro svolto e un breve video in cui viene illustrato il progetto. Tutti i momenti più significativi dell’Hackathon, come la fase di lancio e la cerimonia di premiazione, ma non solo, saranno visibili in streaming sulla pagina Facebook dell’evento, e chiunque potrà assistervi.
I temi su cui si confronteranno i partecipanti all’Hackathon sono 3: soluzioni e idee innovative per ricettività e tour operator, soluzioni e idee innovative per le destinazioni, soluzioni e idee innovative per musei e cultura. Perché questa scelta? E soprattutto perché avete scelto questi tre come target di riferimento?
Sono i tre target con cui lavoriamo e verso i quali abbiamo maturato una particolare sensibilità, perché conosciamo da vicino le difficoltà che sono chiamati ad affrontare. Abbiamo scelto i tre track con i quali siamo più confidenti, ma tutto il mondo del turismo può essere messo al centro dell’iniziativa, dal food, ai trasporti.
Ci tengo anche a sottolineare che, ai tre target principali, si sono aggiunti anche due premi speciali dei quali siamo assolutamente fieri e grati, anche per la velocità con cui hanno deciso di darci fiducia: il primo è un premio speciale Alpitour per le soluzioni sulla filiera del turismo; il secondo è un premio istituzionale che viene da Enit, l’Agenzia Internazionale per il Turismo, in collaborazione con il Mibact (Ministero per i beni culturali e per il turismo): si chiama “Destinazione Italia” e premierà l’idea con un impatto potenzialmente più positivo nella valorizzazione della destinazione Italia. Sono previsti, inoltre, altri premi come la possibilità di sviluppare un business model e un business plan con il Polo Turismo, e un soggiorno gratuito all’Hotel Oasi di Levanto.
Cosa ha spinto te e The Data Travel Appeal Company a farvi promotori di questa iniziativa?
L’idea è nata all’interno di un’iniziativa più ampia che abbiamo chiamato “United for Travel Industry”. Una buona parte dei nostri clienti proviene dal settore del turismo, quindi abbiamo pensato subito di provare a dare il nostro piccolissimo contributo a quelle aziende che si trovano in difficoltà. Abbiamo messo in piedi delle azioni, abbiamo allungato gli abbonamenti ai nostri prodotti, abbiamo offerto supporto. Abbiamo anche creato un programma di contenuti di approfondimento, essenzialmente per due motivi: per offrire dei suggerimenti alle imprese su come comportarsi in situazioni critiche come quella che stiamo vivendo, e soprattutto per fare community.
Nell’ambito di “United for Travel Industry” è nata anche l’idea dell’Hackathon. L’abbiamo sviluppata insieme a degli amici come Massimiliano Ventimiglia e Onde Alte, Emma Taveri e Destination Makers, Silvia Moggia, e tanti altri. Ribadisco ancora una volta che si tratta di un’iniziativa volontaria, non aziendale. È importante perché se fosse un’operazione di business avrebbe un costo altissimo, non sostenibile, ma è qualcosa alla quale non abbiamo voluto rinunciare: è un’operazione della quale si è sentito il bisogno per portare un altro piccolo contributo al dibattito positivo, che speriamo nasca, legato al mondo del turismo.
I nostri Alberto Casna e Giorgio Soffiato saranno rispettivamente mentor di uno dei gruppi operativi e membro del gruppo degli esperti. Cosa vuol dire in questo contesto essere mentor ed esperto? Che competenze bisogna avere e come verranno coinvolti?
Alle aziende partner, che ci hanno dato una mano nell’organizzazione, come Marketing Arena, abbiamo chiesto un aiuto anche nello spirito dell’iniziativa. Quindi, Alberto ci darà una mano come mentor, seguirà il lavoro dei gruppi e porterà la sua competenza soprattutto nei progetti di marketing; da Giorgio, che sarà uno dei nostri esperti, invece, ci aspettiamo un contributo importante in tutte le tematiche del marketing B2B.
In breve, i mentor sono quelli che fanno funzionare l’evento, mentre gli esperti hanno il compito di dare le informazioni e gli aiuti ai gruppi per non farli andare fuori strada. Il ruolo di entrambi sarà, quindi, importantissimo, anche perché ci aspettiamo più di 100 gruppi partecipanti e il lavoro da svolgere sarà impegnativo.
Articolo di Giovanni Buggio e Sofia Cominato