Di Ilaria Guarnieri
Che la realtà aumentata in questi mesi vada di moda penso sia un’affermazione incontrovertibile: il buzz di post e video su blog e social network parla da se, l’argomento piace e fa parlare. Io stessa sono rimasta affascinata dal fenomeno tanto che ho deciso, non so ancora se sia un bene o un male, di scrivere una tesi sulla realtà aumentata, e sulle nuove possibilità comunicative che pone.
Uno dei contributi che più mi ha colpito nelle mie ricerche è un’interessante intervista a Robert Rice, CEO di Neogence Enterprises, che afferma che la realtà aumentata è destinata a diventare un’invenzione rivoluzionaria, molto più di quanto lo sia stato il web. Provocatorio?
In effetti il tasso di diffusione delle nuove tecnologie cresce in maniera esponenziale, così come crescono le possibilità offerte dalla realtà aumentata ed i suoi campi applicativi che oggi si estendono dal militare alla medicina, passando per l’entertainment ed il turismo, l’arte ed ovviamente la comunicazione pubblicitaria, presente ovunque si parli di spettacolarizzazione.
Resto tuttavia scettica nel pensare ad un’invenzione dalla portata così spaventosa: insomma, il web ha realmente cambiato il mondo, basta guardare a quello che sta succedendo in questi giorni nel Nord Africa, la realtà Aumentata può veramente condizionarci la vita in modo analogo?
Quello che mi stupisce comunque è la velocità di diffusione del fenomeno e la facilità con la quale viene adottato nel quotidiano. Marker e QR Code potranno ancora essere un argomento ostico per la maggioranza degli italiani, ma applicazioni legate alla componente territoriale come Wikitude o Layar risultano naturali da utilizzare, molto più di un navigatore GPS; in un certo senso siamo sempre stati abituati ad vederli, li abbiamo scorti in ogni film di fantascienza no?
Cercando “Augmented Reality” su Google Insight for Search si scopre che le ricerche più frequenti riguardano le applicazioni per iphone, Android, od in genere sono collegate all’Outdoor Augmented Reality,ed al settore del mobile. Questo che farebbe pensare ad un interesse aperto verso l’esterno, non ad un fenomeno “da nerd”, ma qualcosa da condividere con altri utenti, che porta a muoversi, spostarsi e a far scoprire particolari interessanti sul mono che ci circonda.
È troppo da sognatori sperare che queste nuove tecnologie possano portare ad un mondo migliore e più consapevole?