L’emergenza Covid-19 e il conseguente distanziamento sociale hanno portato a una nuova normalità nei comportamenti sociali e non. Questi cambiamenti hanno toccato diversi aspetti della vita di tutti giorni, molto spesso spostando dal mondo fisico al mondo digitale la fruizione di prodotti e servizi e in quest’ottica oggi parleremo di come è cambiato lo scenario degli eventi, sia nella vita di tutti giorni sia dal punto di vista professionale.
La prima domanda che possiamo farci è: siamo disposti a pagare per assistere a un evento digitale?
L’esperienza accumulata negli anni passati per assistere allo stessa tipologia di evento è sicuramente una prima barriera all’utilizzo di questa nuova modalità, mentre le nuove disposizioni e norme di sicurezza possono essere l’acceleratore che consente di superare queste barriere.
Da un’intervista condotta da SWG su un campione di 800 intervistati nel mese di Aprile 2020, in pieno lockdown, gli italiani contattati hanno espresso la loro volontà di pagare il biglietto virtuale.
Il 40% del campione avrebbe comprato un biglietto per assistere in una piattaforma virtuale a un concerto pop, il 32% per una rappresentazione teatrale, e così via.
I dati sembrano suggerire una volontà da parte della popolazione ad aderire a nuove modalità di fruizione degli eventi, fermo restando che non c’erano reali alternative durante il periodo di lockdown.
Se per il mercato che si rivolge agli utenti finali la soluzione del digitale può essere presa in considerazione, la seconda domanda che possiamo fari è: come cambierà il mondo delle fiere e degli eventi di business?
La ricerca di ADC Group su un campione di 300 rispondenti, condotta anch’essa in pieno lockdown, presenta risultati meno promettenti verso il cambiamento.
Quasi il 50% degli intervistati ha dichiarato di aver pianificato degli eventi online e che questi non hanno portato ritorni tangibili in termini di profitto. Il 25% degli intervistati ha dichiarato di non aver pianificato alcun evento. Solamente per il 15% del campione gli eventi online organizzati sono stati utili per il proprio business.
Conclusioni
Il cambiamento delle abitudini di consumo di beni e servizi sembra andare a due velocità diverse tra il mondo B2C e il mondo B2B. La natura del prodotto, la lunghezza del processo decisionale e di acquisto, e soprattutto l’elemento relazionale che contraddistingue il mondo del B2B sembrano non aver ancora trovato la soluzione che consenta di avere una stretta di mano da remoto con la stessa efficacia di una fatta dal vero.
Il rovescio della medaglia ci lascia intravedere che in questo contesto ci siano delle possibilità per creare delle soluzioni che, anche se non sostituiscono, possano facilitare il cambiamento di paradigma delle relazioni tra aziende.