SIT Goup è un’azienda che si occupa della produzione e distribuzione dei dispositivi per la misura dei consumi e sistemi per la sicurezza, comfort e l’alto rendimento di apparecchi domestici a gas.
Ruota attorno a tre pilastri: sicurezza, innovazione e tecnologia e conta, ad oggi, più di 2mila dipendenti.
Il loro campo d’azione è prettamente B2B, con un dipartimento di ricerca e sviluppo in continua espansione. Tra i progetti in cantiere, attività su cui investire per diffondere i valori dell’azienda, porsi come leader culturali nel settore e aumentare la loro brand awareness.
Abbiamo avuto l’occasione di parlare con Federico De Stefani, Chairman e CEO. Tra gli argomenti di discussione la loro evoluzione comunicativa, soprattutto online, dettata dai tempi del digitale.
Buongiorno Federico, grazie per la sua disponibilità. SIT opera nel settore B2B, settore verticale e sempre più complesso. Partendo da questo presupposto, quanto è importante pianificare la vostra presenza online? E quanto è specificatamente importante rispettare l’evoluzione che il digitale vi sta imponendo?
Con le vecchie logiche del digitale, eravamo B2B. Ora la giusta “categorizzazione” è B2B2C, nel senso che vendiamo i nostri prodotti ad altri operatori che poi li incorporano e li consegnano al cliente finale. Non entriamo in una casa direttamente con un prodotto, ma attraverso gli apparecchi dei nostri clienti.
B2B2C significa anche esercitare un’influenza sui clienti grazie al mondo digitale.
Si pensi, per esempio, alla connettività. Uno dei nostri prodotti più recenti permette all’utente di accendere il caminetto attraverso un comando vocale che interagisce con “Alexa”.
L’evoluzione è importante e bisogna imparare ad affrontarla anche per poter influenzare le richieste e i comportamenti dei clienti. Perciò è necessario fronteggiarla pro attivamente e prima che lo facciano i nostri concorrenti.
L’evoluzione ai tempi del digitale sta incidendo sul percorso di acquisto dei buyer, rendendolo meno lineare e poco definito. Avete notato anche voi questi cambiamenti? Quali pensate siano i più significativi? Come li state affrontando?
Il nostro settore sta attraversando un cambiamento derivante dalla questione “climate change” e da tutti i fenomeni legati al cambiamento climatico e alla sua celerità. Per questo motivo, stiamo investendo su un riscaldamento che dipenda sempre meno dai combustibili fossili e che utilizzi sempre più i combustibili verdi come il biometano. Con queste convinzioni abbiamo, quindi, ri-direzionato il dipartimento di ricerca e sviluppo per incontrare queste richieste.
Il digitale permette ai nostri clienti di avere nuovi modelli di acquisto e consumo rispetto al passato. La maggior parte delle caldaie sono connesse e questo ci permette di raccogliere dei dati. I dati consentono di sapere quando una caldaia si romperà, influenzando così il comportamento di tutta la filiera; dal nostro cliente, ovvero i buyer, alla rete di installazione, perché l’installatore può progettare la manutenzione in maniera preventiva, fino ai percorsi d’acquisto del cliente finale.
Questo scenario va ad impattare la strategia di marketing: sempre più persone si occupano di energia verde. C’è più ricerca e meno sviluppo, più innovazione e meno ottimizzazione, con tutte le diverse componenti di rischio che diventano più elevate.
In un mondo in cui l’offerta che di informazioni che di prodotti è più che mai abbondante, quanto è importante per un’azienda proporsi come un leader anche dal punto di vista culturale?
Possiamo analizzare questo tema secondo due punti di vista. Il primo è la capacità di accettare nuove professionalità in linea con le recenti richieste e competenze. La seconda faccia della medaglia è che purtroppo molte competenze diventano obsolete e le risorse umane devono quindi agevolare la formazione degli impiegati. SIT ha sviluppato un’academy online che permette di mappare le competenze. In questo modo, è possibile creare percorsi di carriera personalizzati.
La parte formativa diventa sempre più importante; le risorse nuove disponibili sono tante, ma è anche necessario stimolare i dipendenti e dare loro modo di mettersi in gioco.
Questo è un dovere dell’azienda.
SIT si è messa in gioco con #SITcom, l’evento che si è svolto lo scorso 20 e 21 novembre presso l’Università di Padova. Cosa vuol dire per SIT aver collaborato a questo evento?
SIT sta cambiando la sua pianificazione, soprattutto in termini di comunicazione. Il punto di partenza è stato il cambio del naming: prima l’azienda si chiamava “SIT La Precisa”, in seguito, per motivi di internazionalità, abbiamo semplicemente tenuto SIT.
In generale, in azienda, sta crescendo la consapevolezza di una comunicazione diversa: ora abbiamo la necessità che l’azienda venga conosciuta.
SITcom è, quindi, uno strumento attraverso il quale l’azienda decide di farsi conoscere e di ascoltare le esigenze del territorio, dei cittadini e degli studenti.
L’evento è stato il punto di rottura rispetto al passato, dove dell’azienda “meno si diceva e meglio era”. Ora è l’opposto.
Quanto è importante per voi oggi porvi come attori culturali?
Significa comunicare i valori dell’azienda. Chi la vive sa che in SIT non si parla solo di prodotti e aspetti economici, ma che ha tra gli interessi anche arte e cultura.
Da questo punto di vista, stiamo facendo dei progetti che rappresentano la passione dei fondatori e di chi lavora in SIT. Fra pochi anni vi saranno dei laboratori che vorranno proprio trasmettere quello che l’azienda vuole essere. Per questi motivi, SITcom è stato l’evento di punta di quest’anno, un punto di contatto per far conoscere i valori di SIT e come vogliamo che l’azienda venga percepita in futuro.