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La sottile differenza tra fuffa e strategia

Analizzando la rapidissima evoluzione del web marketing, non tanto a livello di alte strategie piuttosto ascoltando le telefonate dei clienti e valutando gli incontri, è ormai palese che la battuta ricorrente “vendi fuffa” non regge più. Almeno per tre motivi:

  • Il social media marketing non fa miracoli: se il web marketing è una piscina di fuffa, i social media sono la vasca dei sub, almeno nell’immaginario collettivo. In realtà quello che è cambiato negli ultimi tempi è la struttura del traffico al sito più che l’importanza del sito stesso, ed anche una maggiore fluidità delle landing page (che possono essere ospitate su una tab Facebook o accessibile da mobile) costringe a mettere in piedi altri strumenti oltre al (costoso) aggiornamento quotidiano di una fanpage, almeno per numeri sotto i 50.000 “mi piace”, dove è possibile pensare ad un minimo fisiologico (massa critica) già raggiunto
  • La crisi ha fatto selezione: l’improvvisazione non paga, “ma voi che fate i gestionali, fate anche Twitter?” , “certo signora, ecco il pacchetto social plus”. Queste realtà, negli ultimi anni spuntate come funghi, hanno rapidamente perso appeal, oggi il web marketing è una cosa seria, e come nel campionato di calcio americano, l’asticella si sta alzando, anche grazie ai clienti che si stanno abituando a chiedere più preventivi, informarsi meglio e valutare con benchmark accurati i professionisti. Loro, i professionisti, se hanno la coscienza apposto favoriscono questo processo anziché ostacolarlo
  • La rete costringe alla strategia: le slide sono il male, ma 4 slide sono fondamentali. Obiettivi, risultati attesi, timeline e digital marketing mix. Senza questa “guida” il cliente si perde, le risorse al lavoro anche, e lo strategist non fa il suo mestiere. Il fatto è che un tempo tutto era più facile, gli strumenti erano meno, il flusso di traffico quasi unico (seo e sem, con una spruzzatina di dem) e le metriche semplici. Oggi senza un analista strategico, un analista dei dati, un community manager e un project manager dove vai nel web marketing? Tutte figure imprescindibili, però spesso fuse in un solo referente, per motivi di budget. Questa complessità però, può essere districata solo da chi ha l’abilità per farlo

In un tempo in cui, per come la vedo io, i migliori commerciali sono rubrica e fiducia, non si può sbagliare. Chiedete a un laureato in comunicazione e marketing di fare un gantt, a un informatico di aggiustare il codice si un sito per migliorare le performance seo, o a un copywriter di scrivere una dem non come fosse un comunicato stampa. Esistono alcune competenze, nebulose e latenti, che vanno dal project management al copy di frontiera, dal seo all’etnografia digitale assolutamente non banali. Ecco, in questo gap, ma soprattutto nella competenza di vedere tutte queste cose a prima vista, risiede la strategia. Un mestiere da coltivare

 
 
AUTORE

Giorgio Soffiato

Markettaro per passione, dal 1983. Mente creativa e progettuale dell'azienda, fa chilometri e supera ostacoli in nome della rivoluzione arancione chiamata Marketing Arena. Cavallo Pazzo.
 
 

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