A Bologna è nata la prima Social Street d’Italia. Una piccola via del centro cittadino, è diventata famosa grazie all’idea di uno dei suoi residenti, Federico Bastiani, giornalista e papà, che, accortosi di non conoscere nessuno dei suoi vicini di casa, ha deciso di aprire ai primi di settembre un gruppo su Facebook.
Grazie ad una cinquantina di volantini è riuscito a coinvolgere tantissimi concittadini, che si sono iscritti con entusiasmo al suo gruppo.
Via Fondazza è passata così dall’essere una normale strada della vecchia Bologna ad un modello di community virtuale (e non) di buon vicinato, dove le persone hanno iniziato a scambiarsi informazioni e servizi a 360 gradi. «Dalle domande sulla focacceria migliore, alla ricerca del veterinario che venisse a domicilio nel week end. Il passaggio dalle informazioni allo scambio di servizi è venuto da sé. Due studenti cercavano una lavanderia a gettone e Sabrina li ha invitati a usare la sua lavatrice in cantina. Laurell cercava una baby sitter e Veru ha proposto di assumerne una sola per tutti i bambini di età simile della strada.» ha raccontato Bastiani ai giornali.
Un social network ha fatto così da connettore tra le persone ed ha offerto una piattaforma ideale per condividere bisogni e offrire soluzioni, con un occhio di riguardo antispreco e anticrisi. Grazie alla rete in via Fondazza si è scoperta la solidarietà e una forma di partecipazione sociale che permette di risolvere in tempo reale problemi quotidiani, oltre a migliorare la vivibilità della strada.
Per condividere questa esperienza “i fondazziani” hanno anche creato un sito dove pubblicare le loro esperienze. Qui si trova un piccolo vademecum per fondare una social street in quattro mosse: creare un gruppo Facebook, pubblicizzarlo, alimentare la pagina con album fotografici, creare hashtag della propria strada e passare dal virtuale al reale.
Questa esperienza si sta diffondendo in altre realtà italiane: a Ferrara in via Pitteri, a Milano con i residenti di Parco Solari e a Roma in via Tripoli.