La formazione in Italia è troppo legata alla teoria tralasciando l’apprendimento pratico? Ne abbiamo parlato con Annalisa Galeone, Responsabile Comunicazione di JECatt, un’interessante realtà nata dall’iniziativa di alcuni studenti dell’Università Cattolica di Milano.
Ciao Annalisa, parlaci un po’ di questa organizzazione; cos’è JECatt e di cosa si occupa?
JECatt, Junior Enterprise Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Siamo un’associazione di studenti nata nel febbraio 2012 che a breve sarà riconosciuta presso i pubblici uffici e passerà dall’essere Junior Initiative (prima fase naturale di una Junior all’interno del nostro network), a Junior Enterprise. JECatt è nata dalla passione e dall’impegno di ragazzi che vengono da varie facoltà (Economia, Interfacoltà tra Economia e Lettere, Giurisprudenza, Scienze Linguistiche e Scienze Politiche). Questo fa di noi una Junior Enterprise unica, che coniuga esperienze e competenze diverse. JECatt è inoltre divisa in aree. L’area comunicazione, legale, IT, Network, Commerciale e Risorse Umane. Ogni area ha un certo numero di collaboratori e un responsabile.
JECatt fa parte di un network molto ampio che si chiama JADE Italia, a sua volta fa parte di JADE. Quest’ultimo corrisponde alla Confederazione Europea delle Junior Enterprises, un’organizzazione internazionale no-profit creata e gestita da studenti. Attualmente il network è composto da 280 Junior Enterprises sparse in tutta Europa.
Come vi relazionate col mondo universitario?
JECatt offre l’opportunità di mettere in pratica ciò che si apprende sui libri ogni giorno in università, portando avanti progetti assegnati da veri clienti. Si avrà così modo di entrare in contatto col mondo del lavoro e iniziare a fare esperienza diventando Junior Entrepreneur. L’opportunità è grande e gli universitari più svegli lo capiscono immediatamente. A dimostrazione di ciò, l’idea si è dimostrata vincente fin da subito, attirando a sé moltissimi interessati. Sono poi previste due fasi di recruiting all’anno, nonché delle occasioni di recruiting mirato a quei profili specifici di cui la Junior necessita.
La bella risposta del mondo universitario non è arrivata solo dagli studenti; anche molti docenti si sono subito resi disponibili ad aiutarci a farci conoscere e sono tutt’ora al nostro fianco quando ne abbiamo bisogno.
JECatt è inoltre un percorso di crescita per ogni ragazzo che decide di vivere in modo attivo la vita in Università e di arricchire il proprio bagaglio personale. Serietà, impegno, volontà, intraprendenza, sono ripagate con esperienza, formazione, contatto con aziende e altre infinite opportunità.
Come comunicate la vostra attività?
Comunichiamo la nostra attività principalmente attraverso il lavoro svolto dall’area Comunicazione Esterna. Cerchiamo di farci conoscere tramite le nostre pagine sui Social Network (Facebook, Twitter, Linkedin) e creando l’opportunità di fare pubblicare articoli su siti, blog e giornali. A tale proposito uscirà a settembre un articolo riguardo JECatt sul giornale WWTU, free press per studenti universitari che è presente in tutte le università di Milano con 10.000 copie settimanali. Inoltre abbiamo un sito web www.jecatt.it che in questi giorni finirà di essere predisposto all’uso e verrà inaugurato. Infine all’interno dell’università cerchiamo di farci conoscere tramite volantinaggio e organizzando Meeting di presentazione. Inoltre, grazie al lavoro della nostra area commerciale, parteciperemo probabilmente al Career Day della nostra università.
Comunicazione, per noi, significa anche creare cultura. Siamo consapevoli dell’importanza del nostro progetto e cerchiamo di sensibilizzare tutti gli studenti, non solo quelli della nostra università, a fare esperienze e ad arricchire il loro bagaglio personale.
Proviamo ad entrare nel merito di questa iniziativa, quali tipologie di progetti avete promosso e gestito?
Il primo progetto è stato commissionato dalla APPLIX srl, società che si occupa dello studio, sviluppo e realizzazione di Applicazioni Mobile per tutti i nuovi ‘device’, dagli smartphone ai nuovi portable tablet. Un gruppo di studenti ha così svolto un’analisi di prodotto rispetto ad Appdoit, prodotto di semplice utilizzo atto alla creazione di applicazioni ad uso promozionale o per scopi personali. “Armati” delle applicazioni sviluppate in fase di analisi del prodotto, siamo poi andati a promuovere la nostra realtà presso negozi di scarpe (con l’applicazione ScarpaMi) e locali (con l’applicazione AroundCatt). Ad oggi abbiamo un rinnovato rapporto con l’azienda, che desidera vendere il prodotto e vuole farsi aiutare da JECatt. E’ inoltre nata una collaborazione con Jetop (la JE di Torino), organizzatrice di Carriera&Futuro, grande evento che si tiene a ottobre a Torino. Siamo incaricati di trovare aziende che vogliano partecipare.
I servizi che offriamo sono comunque molti: analisi di mercato, analisi di prodotto, piani di marketing e di comunicazione, realizzazione di eventi, fund raising e traduzioni.
Quali progetti per il futuro? Avete in serbo iniziative anche in ambito internazionale?
Abbiamo già nuovi clienti per settembre, di cui però non è ancora il momento di parlare. Stiamo realizzando molti contenuti per il nostro sito e per la nostra applicazione (ancora in fase di sviluppo), tra cui un video molto interessante, e ci stiamo preparando per la campagna recruiting del prossimo anno.
Le iniziative con il network sono poi moltissime: tra le tante vi è la partecipazione al JADE Italia October Meeting a Torino presso JEToP.
Di certo JADE organizzerà nel corso dell’anno un Winter, Spring e Summer Meeting 2013 e noi vedremo di partecipare ovunque saranno questi incontri internazionali con le altre JE provenienti da tutta Europa. Grazie all’ultimo MayMeeting presso la JE di Parma abbiamo avuto modo di conoscere membri di JE austriache coi quali ci teniamo in contatto e forse un giorno nascerà un gemellaggio.
Infine i membri di JECatt si propongono di crescere sempre di più e di impegnarsi affondo nella realizzazione della propria mission: ‘’Learning by doing’’.
Come valutate il recente avvicinamento tra governo e mondo delle start-up?
Riteniamo che il governo sia sulla giusta strada, in particolare per quanto riguarda l’attenzione dedicata alle start-up di giovani imprenditori (s.r.l. semplificata). A livello regionale vengono poi messi a disposizione fondi e corsi di formazioni e vengono proposti momenti di incontro e di riflessione sul tema. Di recente JECatt ha partecipato presso Palazzo Isimbardi di Milano il Salone dei Nuovi Imprenditori dal titolo ‘’MIfaccioIMPRESA’’. Durante la conferenza sono intervenute diverse cariche istituzionali tra cui Guido Podestà, il Presidente della provincia di Milano e Andrea Gibelli, il Vicepresidente Regione Lombardia.
Riteniamo però che la strada sia ancora lunga: la burocrazia in cui i giovani rimangono incastrati è ancora troppa, i fondi messi a disposizione sono ancora troppo pochi, soprattutto se si pensa alle contingenze del momento che rendono molto difficile l’accesso al credito, in particolare per chi, come un giovane, non ha molte garanzie.
L’Italia, inoltre, è il tipico paese “first study, then work”: non esiste (o è molto limitato) il fenomeno dell’apprendistato, lo stage è ancora uno strumento usato male (anche se la nuova riforma del lavoro migliora la situazione) e l’alternanza scuola – lavoro è ridotta al 5%. E’ importante quindi non solo incentivare l’imprenditorialità, creare anche la giusta cultura in merito all’importanza di fare esperienze.
Secondo voi in quale direzione deve svilupparsi la formazione universitaria dei prossimi anni per adeguarsi al mutamento del panorama sociale e del mercato del lavoro?
Pensiamo che si debba cercare di entrare sempre più in contatto col mondo del lavoro fin da quando si è ancora in università. Vi è il gap tra teoria e pratica che è tipico del metodo di studio italiano, che cura molto l’aspetto teorico, dimenticandosi troppo spesso che il sapere le nozioni teoriche non vuole dire necessariamente saperle applicare una volta iniziato a lavorare. E’ proprio questo l’obiettivo di JECatt: colmare il gap tra teoria e pratica. Questo potrebbe aiutare i giovani ad affrontare a testa alta la crisi, potendo contare su una più solida preparazione in vista del primo contatto col mondo del lavoro.
Speriamo dunque che la formazione universitaria evolva in questa direzione.