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Il blocco dello scrittore a “rischio retrocessione”

Bloggers, inflencers, writers, comunicatori… condivido con voi la più grande preoccupazione e angoscia che abbia mai provato di fronte allo schermo del computer. Di cosa diamine parlo? Il blocco dello scrittore.
Nella maggior parte dei casi trovo idee leggendo giornali, ascoltando un parente che parla, guardando skysport24 o facendo attività che con il blog proprio non c’azzeccano nulla (e Di Pietro mi perdonerà per la presa in prestito del linguaggio); tuttavia capita (anche a chi questo ruzzino lo porta avanti con passione) di trovarsi ghiacciati davanti allo schermo e di non sapere proprio di cosa parlare.

Dopo migliaia di parole già scritte gli argomenti di cui parlare, certe volte, possono restringersi e non è mai facile, in mancanza di ispirazione, trovare un tema che ti fa dire “diamine, questo funziona”.
Ecco allora che volevo condividere con voi qualche piccola strategia che utilizzo e che spesso mi aiuta a risolvere il problema.
Faccio un elenco, ma solo per comodità: i punti non sono distribuiti secondo un ordine valoriale. Volevo solo scrivere qualcosa di “usefull”.

  • Beh, come prima cosa, se non vi tenete in costante aggiornamento, proprio non siete adatti a tenere un blog (soprattutto se il blog è tematico e non del tutto personale). Molto spesso, infatti, le ispirazioni più illuminanti avvengono grazie a un reader, un aggregatore di feed, una sottoscrizione…. È come se i post letti si cristallizzassero nella mente, come se trovassero spazio in un Gerry-Scottiano cassettino della memoria, come se immagazzinassimo alcuni aspetti delle tesi che leggiamo negli altri blog: ci pensa poi il nostro cervello a mixare tutti questi pezzi di puzzle con le nostre conoscenze e con notizie e fatti che apprendiamo facendo attività routinarie.
  • Lavora 24 ore su 24, anche di notte, mentre dormi: sempre mente attiva. Può capitare a cena, ad una festa con amici, con la ragazza in giro per negozi, in un sogno: tutto è fonte d’ispirazione e tutto va appuntato, se siete certi che l’idea vi scompare dalla mente entro 3 minuti, e può essere il punto di partenza per qualcosa di originale, creativo e unico.
  • Leggete, documentatevi, tenete gli occhi aperti… ma oggi proprio no, niente da fare. Idee zero. Beh, stimolate un po’ il cervello artificialmente. Che male c’è ad andare su Twitter e vedere i trending topics? Di sicuro sono argomenti che interessano alla gente: se costruirete un post attorno a quell’argomento è probabile che quel post funzioni. Così come non c’è niente di male nel cercare ispirazione dagli alert di Google, da Google Trends, consultando Quora ( o Google search. Parlare di quello di cui parlano tutti è un buon punto di inizio. Metteteci però del vostro.
  • Il tempo, se investito nella lettura, non va mai perso. Ebbene sì, provate a uscire dal vostro contesto di riferimento. Io, ad esempio, scrivo di marketing, ma non me ne sto tutto il giorno a leggere solo post inerenti a questo tema. Via di letture su tecnologia, sport, natura… Purché la fonte sia creativa e il post ben scritto, consiglio vivamente di leggervi più news possibili, diventate persone poliedriche. Poi trovate il modo di integrare la cosa che avete letto con il vostro ambito: se ne sapete abbastanza sicuramente vi risulterà semplice. Vi faccio un esempio: sport, Amstrong e il suo doping sono su tutte le prime pagine? Costruiteci un ragionamento sopra, andando a vedere come si sono comportati i suoi sponsor e scrivete un post sul perché Nike lo ha abbandonato, attraversando il tema complesso dell’uso del testimonial nelle campagne, magari provando a spiegare perché Amstrong è colpito da scandalo e perde molti soldi, mentre Kate Moss viene ripresa a tirare cocaina e quadruplica i propri guadagni dagli sponsor.
  • Se proprio non ne uscite, usate l’autoreferenzialità e scrivete qualcosa che può essere utile. Condividere le proprie sensazioni, esperienze, angosce è sempre una buona scappatoia, in quanto altre persone che vi leggono possono trovare utili le vostre considerazioni. E non lo faccio solo io: avete presente tutti quei titoli “5 consigli per…”, “15 tools utili a…”, “800 cose da non fare per…”, “1 milione di strategie da…”… Beh, tutti post che si ispirano all’autoreferenzialità e alla condivisione: cascherete sempre in piedi, ma sappiate che sono strategie di fuga, che vi salvano in calcio d’angolo. Poi però dall’angolo ci dovete far gol, tanti corner non muovono la classifica, servono solo a far vedere che sapete giocare a calcio. Altrimenti poi la gente si stufa di vedere che andate sempre alla bandierina, ma mai tirate fuori il post che vale i tre punti.

E non venite a rifarvela con me se alla fine dell’anno siete retrocessi. Io vi ho avvisato. Metaforicamente e non.

 
 
AUTORE

Marco Vangelisti

Marco Vangelisti, classe 1987, toscano DOC, appassionato-curioso-esperto di comunicazione, marketing e social media, tanto da trasformare questi in un lavoro. Mi piace avere la vita piena e vivere sotto stress, per poi scaricarlo con lo sport e la musica. Vedo il bicchiere mezzo pieno e rido di gusto.
 
 

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