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Gamification: giochiamo a fare strategia?

Presentati ai nostri utenti: chi è e di cosa si occupa Davide Basile.

In rete mi conoscono meglio come kawakumi ed amo definirmi “appassionato curioso”, motivo per cui, da sempre, mi faccio accompagnare dalla celebre frase di A. Einstein “I have no special talent. I am only passionately curious”.
Laureato in Economia Aziendale alla Federico II di Napoli, un passato fra NinjaMarketing, Estrogeni, Ad Maiora, Inova e Triboo sempre in ambito Marketing e Web Marketing, oggi sono CRM & Digital Marketing Specialist in Original Marines dove mi occupo, per lavoro e soprattutto per passione, di marketing digitale, social media, CRM & co.
Di queste tematiche scrivo anche sul mio blog personale kawakumi e tratto in frequenti interventi a master, corsi universitari e conferenze.

La strategia basata sulla Gamification: quali sono gli obiettivi e perché un’azienda dovrebbe utilizzarla?

L’utilizzo della Gamification, ovvero dell’applicazione delle tecniche di gioco all’interno di ambiti non ludici, è in rapida crescita. Secondo Gartner entro il 2015 più del 70% delle organizzazioni presenti nell’elenco Forbes Global 2000 utilizzerà tale approccio e rilascerà almeno una applicazione basata sulla Gamification.
Companies &Markets nel suo ultimo report “Global GamificationMarket 2012-2016” stima per la Gamification un tasso di crescita composto, nel quadriennio 2012-2016, del 99%, ossia una crescita media annua del 25%. Non a caso il mercato della Gamification ha raggiunto – a livello globale quasi mezzo miliardo di euro e le previsioni sono per una rapida crescita che lo porterà sino ad almeno 4miliardi annui entro il 2018.
Numeri così impressionanti vanno certamente presi con le molle, ma al di là di essi è chiaro che la Gamification può aiutare le organizzazioni a raggiungere due obiettivi fondamentali:

1) raccogliere i dati di clienti che potremmo definire “super”, nel senso che chi partecipa a progetti del genere è sicuramente un cliente mediamente più affezionato della massa al brand e potenzialmente più remunerativo;

2) creare engagement e fidelizzare in un modo nuovo, il che porta sicuramente a un ingaggio potenziato e più gratificante per utenti e brand.

Nell’era del digital e dei social media, la Gamification può, a mio avviso, aiutare le organizzazioni a spingersi oltre nel tentativo di comprendere i clienti, già acquisiti e potenziali, targettizzare al meglio messaggi, offerte e contenuti, conoscere i cambiamenti del mercato, colmare il divario tra “tradizionale” e “digitale” nel media mix, evolvere verso un’approccio “customer-centric” per fare impresa.

Ritieni che la Gamification possa funzionare meglio in determinati settori?

La buona riuscita di un’operazione del genere non credo dipenda dal settore, ma dal progetto ideato e dalla sua esecuzione. Probabilmente ci sono settori, personal finance su tutti, in cui può essere più immediato mettere in piedi progetti di Gamification; resta il fatto che, se l’idea di base è giusta, questa tecnica può essere applicata a qualsiasi settore.

Il rapporto tra il panorama italiano e la Gamification: ce lo descrivi?

Per dirla con il linguaggio di Facebook la definirei “una relazione complicata”.
Qualcuno inizia a parlarne, si iniziano a vedere i primi corsi, convegni etc., all’Università Tor Vergata di Roma è stato addirittura attivato per l’anno accademico 2014-15 il primo Master Universitario Europeo dedicato alla formazione di specialisti in Teoria, Design e Applicazioni della Gamification. Per il momento poche aziende hanno il coraggio di sperimentare e provare a mettere in pratica la teoria.

Le best practices della Gamification, quali sono?

Più che best practices mi sento di indicare 3 parole chiave da tenere presenti nel mettere in piedi un progetto di Gamification: semplicità, reward e divertimento.

Semplicità: più complesse sono le meccaniche di gioco, i tool, etc meno possibilità di successo si avranno e più difficile sarà la comunicazione del progetto stesso. Le persone oggi hanno sempre meno tempo da dedicare ai brand e questi ultimi devono essere bravi a massimizzare le possibilità che hanno.

Reward: sono un driver importantissimo per qualsiasi concorso, figuriamoci per un progetto di Gamification applicato al business. Scegliere i giusti premi può servire a stimolare la partecipazione e anche ad attrarre utenti un po’ più lontani dal proprio target usuale. È fondamentale in questo senso pensare a premi finali che possano spingere gli utenti ad iscriversi, ma anche a premi minori da assegnare durante il progetto per stimolare la partecipazione attiva. Nei progetti di Gamification, poi, è importante ragionare non solo sui premi in senso stretto ma anche su reward di status (badge, livelli, etc) che gratifichino gli utenti più attivi e stimolino la competizione.

Divertimento: può sembrare ovvio visto che si parla di “gioco” ma non lo è. Un progetto di Gamification ha speranze di avere successo solo se la componete ludica, legata al divertimento in senso stretto, è predominante. Se la Gamification si riduce alla semplice attribuzione di punti in virtù di azioni meccaniche e ripetitive non c’è speranza.

Il caso “#PlayOriginal”: ce lo racconti?

In Original Marines stiamo introducendo gradualmente l’innovazione digitale nel business in modo da riuscire a sfruttarne le potenzialità.
Nell’ambito di questo percorso è nata l’idea di #PlayOriginal, progetto attraverso cui abbiamo voluto provare ad applicare elementi di gioco al nostro business per stimolare l’engagement, fidelizzare i nostri clienti e prenderne di nuovi da bacini un po’ più distanti dai nostri usuali. In pratica chiediamo alle persone di registrarsi, condividere con noi il loro stile, e accumulare punti attraverso azioni online come il like ai prodotti del nostro catalogo online, la condivisione degli stessi, etc… L’utente che alla fine avrà accumulato più punti si aggiudicherà una crociera per 4 persone su MSC Preziosa.
Il claim del progetto è “Più vivi Original, più vinci!” che racchiude in pieno il concetto che sta alla base del progetto: interagire con Original Marines e mostrare al mondo quanto sei affezionato a noi ti premia.
Il progetto (che durerà fino al 6 febbraio 2015) è partito molto bene ed abbiamo già superato i 10.000 iscritti. La cosa più bella, al di là dei numeri, è la partecipazione attiva che stanno dimostrando gli utenti.
#PlayOriginal, in definitiva, non è solo la nostra risposta alla volontà di dare valore alle interazioni tra gli utenti e l’azienda ma segna l’inizio di una rivoluzione che spero trasformerà Original Marines da azienda al 100% analogica ad azienda in grado di regalare sviluppo, idee ed innovazioni digitali.

 
 
AUTORE

Serena Spitaleri

Arriva, mette le cuffie, e non la senti più. Il contenuto è il suo mestiere, il traffico di qualità il suo obiettivo. Con lei #staisereno. Garanzia.
 
 

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