HomeBlogStrategie di MarketingCeci n’est pas un événement. L’approccio creativo ha salvato gli eventi, anche nel 2020.

Ceci n’est pas un événement. L’approccio creativo ha salvato gli eventi, anche nel 2020.

Il momento in cui lo spettatore si identifica in ciò che sta assistendo determina la riuscita di qualsiasi evento, tradizionale o virtuale. Per questo motivo ci teniamo a dire che un webinar non è un evento.

Quest’anno abbiamo ricominciato da capo. Processi, logiche e schemi da sempre scontati nel lavoro sono stati radicalmente scardinati. Ora, pensiamo a chi lavora nel campo degli eventi e dell’entertainment. Sopralluoghi, regia, allestimenti, spettacoli, scenografia, logistica: improvvisamente scomparsi. Ci siamo chiesti: cosa definisce un evento senza questi aspetti? In questo articolo abbiamo provato a raccontarvelo, riassumendo le numerose nuove opportunità che hanno lasciato spazio a sperimentazione, innovazione e creatività.

Com’è cambiato il panorama degli eventi durante il Covid-19

Le misure di distanziamento sociale hanno imposto agli addetti ai lavori una nuova concezione di evento, ma soprattutto la necessità di innovarsi e riconfigurare le proprie competenze per poter sopravvivere. Il palcoscenico quindi si è trasformato in una room. L’obiettivo di un evento, però, è rimasto la capacità di stimolare un coinvolgimento attivo di tutte le dimensioni sensoriali da parte di chi lo organizza e da parte di chi partecipa, a prescindere dalla natura fisica o virtuale. Per questo motivo, nel digitale si son dovuti trovare bizzarri escamotage per coinvolgere i partecipanti. 

Possiamo distinguere gli eventi in:

  • Tradizionali
  • Virtuali
  • Ibridi

Se negli eventi tradizionali la presenza fisica dello spettatore all’interno del teatro e davanti al palcoscenico era la chiave principale del successo, in quelli ibridi e virtuali sono il software e gli strumenti digitali a svolgere un ruolo primario.

Il cambiamento passa anche dalle competenze. Bisogna, infatti, abbandonare la visione semplicistica secondo la quale organizzare un evento digitale significhi semplicemente portare online un evento fisico. Questo non farebbe altro che creare un prodotto inconsistente. Il format digitale rappresenta un’enorme opportunità soltanto se si è in grado di cambiare il proprio punto di vista ed utilizzare i software digitali sfruttandone appieno le potenzialità. 

A marzo 2020 abbiamo assistito infatti ad una vera e propria guerra tra piattaforme: quelle che potevano ospitare meeting e call lavorative e quelle destinate all’organizzazione di eventi finalizzati a coinvolgere migliaia di utenti. Fra i più noti, possiamo menzionare: Live Webinar, Zoom, Click Meeting, Crowdcast, Adobe Connect, WebinarJam.

La selezione della giusta piattaforma diventa, quindi, una scelta determinante. Essa non solo rappresenta il contenitore dell’evento, ma dovrà anche garantire la veicolazione dei contenuti.

L’innovazione però non è solo tecnologia, ma anche sperimentazione che si manifesta non nella mera scelta dei software che ospitano l’evento, ma nel saper cambiare paradigmi e format. Una delle strategie più utilizzate quest’anno è stata quella di coinvolgere l’utente fin dall’organizzazione, nel dietro le quinte, e portarlo in una sorta di meta-evento che lo lasciasse piacevolmente sorpreso e lo ingaggiasse fino alla fine.

Ad esempio, a marzo 2021, in Marketing Arena abbiamo preso in ostaggio il nostro evento di punta, il B2B Day, e lo abbiamo voluto stravolgere. Eravamo stanchi dei soliti webinar e ci siamo immaginati un evento non-evento, un webinar non-webinar. Abbiamo portato lo spettatore dietro le quinte (con una registrazione introduttiva pre evento), abbiamo chiesto ai nostri ospiti di recitare per noi in un palcoscenico per enfatizzare la spettacolarizzazione (una registrazione del vero e proprio speech pre evento) per poi lanciarli in una battle-live all’interno di una room (con un odiato webinar live). 

Ci siamo inventati un format che portava lo spettatore nel passato, nel futuro, nel presente. Tutto questo in 40 minuti. Com’è stato possibile? Grazie alla tecnologia, alla creatività, ma soprattutto grazie al filone narrativo che ha reso coerente l’obiettivo di business con il concept dell’evento.

Se dovessimo fare un altro esempio, penseremmo al concerto di Travis Scott il cosiddetto the most craziest event ever, organizzato all’interno del videogioco Fortnite dove, in pieno lockdown, si sono connessi oltre 12 milioni di utenti.

Per l’occasione, Fortnite ha sospeso in parte l’attività del gioco e ha trasformato il suo mondo virtuale in un grande palcoscenico dove gli utenti potevano partecipare al concerto. Grazie a Fortnite, il successo di Travis Scott è cresciuto soprattutto agli occhi di un pubblico molto più eterogeneo. Nike, sponsor dell’artista, ha utilizzato questo concerto online per lanciare sul mercato un nuovo modello di sneaker disegnato per gli utenti del videogioco. Ovviamente questa versione esclusiva di sneaker è stata anche integrata all’interno di Fortnite.

Aspetti positivi del periodo pandemico

Una delle opportunità più evidenti del cambiamento dei diversi modelli di business è legata alla quantità e alla qualità di dati che possono essere raccolti pre e durante un evento digitale. Grazie ai social media e ai software menzionati sopra sarà possibile raccogliere informazioni dettagliate e puntuali. Questa virtualizzazione ha permesso la tracciabilità del comportamento dello spettatore come non era mai stato fatto in precedenza.

Cosa ci portiamo a casa

A prescindere dalla tipologia, un evento ha successo grazie:

  • Al team e le competenze verticali
  • All’approccio creativo
  • All’esperienza per i partecipanti

Come in molte realtà legate all’intrattenimento, l’elemento umano è uno dei fattori chiave. Parlando di eventi digitali, è vitale avere al tavolo un team di persone con una capacità di visione ampia e un’ottima conoscenza di tutti gli strumenti disponibili. Accanto a queste competenze verticali, è fondamentale anche la componente empatica, che permetta di rompere la distanza creata da uno schermo.

L’approccio creativo, invece, è il cuore dell’esperienza: il momento in cui lo spettatore si identifica in ciò che sta assistendo determinando la riuscita di qualsiasi evento. Insomma, l’obiettivo e la malleabilità delle competenze dei professionisti che lavorano in questo settore non è cambiato e non cambierà. Sono cambiati gli strumenti che, per quanto possano sembrare limitanti, saranno solo una sfida per andare al di là di ogni immaginazione.

 
 
AUTORE

Francesca Bin

Classe 1989, project manager in Marketing Arena. Ama i viaggi, gli animali e trovare quote ispirazionali nei diversi libri che legge. Una delle sue preferite? "I leader sono estremamente curiosi del mondo che cercano di cambiare".
 
 

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