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Cambiare lavoro col 2.0 (o il 2.0 cambia il lavoro?)

Trovare lavoro col web 2.0 è possibile? Come la rete ci ha insegnato non tutto ciò che prevediamo si avvera, molte cose però nel tempo vengono inevitabilmente influenzate dal web ed in particolare dai nuovi contesti social che pervadono sempre più le nostre vite. A mio avviso questo è un bene perchè il meccanismo sotteso delle raccomandazioni è oggi palesato on line grazie a siti che intermediano competenze.

Marina Macaluso e Eugenio Spagnuolo hanno scritto su Jack di questo mese un bell’articolo dal titolo “lancia la rete, acchiappa il lavoro” che provo a riassumere in poche righe: apri un account su linkedin e carica il tuo curriculum, esporta il tutto su visual CV e aggiungi foto e video, nel frattempo amplia la tua rete di contatti su facebook e fai conoscere il tuo prodotto su myspace, e twitta i tuoi prodotti in vetrina su ebay. Cerca annunci su Kigei o Xing e poi comincia il tuo scouting on line, se vuoi far meglio raffina il tuo curriculum coi consigli di emurse e resumebucket e fatti vedere a qualche barcamp raccontando quello che sai fare. Già che ci sei, aggiungo io, apri un blog e spedisci a quacuno le tue creazioni, aspettando qualche recensione positiva e diventa un vero e proprio imprenditore di te stesso!

L’articolo è molto stimolante e la scorpacciata di link non aggiungerà molto alle barre dei preferiti dei più avveduti, tale raccolta di indirizzi però non basta. Il concetto di self marketing è interessante e, come sempre quando è il caso di modellizzare, potrebbe essere interessante ragionare per leve:

prodotto: se io sono un prodotto, cosa so fare? Quali benefici offro? Cosa porto all’azienda che mi assumerà? O meglio so fare qualcosa che per sua natura si esprime meglio con un’attività in proprio?

comunicazione: in questa sede intervengono al meglio gli strumenti elencati poco fa, l’ipotetica cassetta degli attrezzi del neolaureato o del professionista non può non includere questi tool ma è solo l’inizio, è un modo per promuovere sé stessi. Spesso basta poco, l’unico vero periodo (se ben sfruttato) dell’università in cui si può bloggare o scrivere per lavoro è la stesura della tesi, sono convinto che scegliendo un buon argomento (di nicchia) e lavorando ad una tesi importante, magari legata ad un blog in cui si raccoglie e condivide conoscenza, si sia in qualche modo “già a metà dell’opera”. Queste attività collaterali potrebbero divenire cruciali in sede di colloquio, è ormai palese come i famosi responsabili HR googlino i nostri nomi prima di incontrarci per un colloquio.

prezzo: quanto valgo?

distribuzione: quanto sono disposto a spostarmi per lavoro?

Sono profondamente convinto del fatto che il web 2.0 stia cambiando e cambierà il mondo del lavoro, non è però cosi detto che un geek o un nerd troveranno lavoro prima e meglio di altri, ci sono moltissime variabili in gioco e la formazione conta di certo ancora al 60-70% assieme alle capacità relazionali, di lavoro in team etc.. di certo in questi tempi di meritocrazia (vera o presunta) e grande concorrenza sul mercato del lavoro, costruirsi un proprio spazio iperconnesso rischia di fare la differenza.. qualche esperienza?

 
 
AUTORE

Giorgio Soffiato

Markettaro per passione, dal 1983. Mente creativa e progettuale dell'azienda, fa chilometri e supera ostacoli in nome della rivoluzione arancione chiamata Marketing Arena. Cavallo Pazzo.
 
 

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