Riccardo Scandellari: creativo, giornalista, stratega del marketing e autore di “Fai di te stesso un brand”.
Abbiamo fatto due chiacchiere con lui e ci ha elargito qualche dritta, conosciamo più da vicino Skande.
Comincerei con la tua biografia: racconteresti chi sei e come lo sei diventato al nostro pubblico? A ruota libera.
Sono un blogger che parla di questo pazzo mondo del web marketing, cercando di farlo in modo naturale e senza l’aria del professorino. Ho fondato l’agenzia NetPropaganda con Rudy Bandiera, quindi nel blog espongo anche molte delle mie esperienze quotidiane.
Complimenti per il successo ottenuto con “Fai di te stesso un brand”. Cosa ti ha spinto a scriverlo? Quali sono state le difficoltà, se ne hai avute?
Il libro è nato da un’esigenza: avere un testo che desse un quadro generale di come si potesse realizzare una buona presenza online con poca filosofia e molta pratica. Esistono un sacco di libri ma nessuno aveva mai pensato a realizzarne uno che desse un buon percorso per ottenere una forte visibilità online.
Chris Rock ha detto: “I blog sono per quelli che non sanno scrivere libri. Twitter è per quelli che non sanno scrivere un blog. Instagram è per chi non sa scrivere”. In realtà il problema è più basato sul tempo, per scrivere un libro serve tempo e tranquillità, ho approfittato delle ferie natalizie e della comprensione di chi mi è vicino.
Cosa senti di consigliare a chi vuole intraprendere il percorso verso il blog? Quali sono gli errori più frequenti in cui si incorre? E i pro e contro di questa attività?
Sono un esperto in errori nel gestire un blog, perché li ho commessi tutti! Il primo errore è copiare e incollare cose d’altri, il secondo errore e non crederci e smettere di scrivere dopo poche settimane perché sono solo 10 le visite al giorno e il terzo errore è scrivere cose poco comprensibili o poco ricercate.
Passiamo al post, quali sono secondo te gli ingredienti del post perfetto? Ci indicheresti qualche strumento che utilizzi per rendere più semplice questa attività?
Il post perfetto passa dal titolo, poi dalle immagini impiegate e dal sapersi limitare alle sole cose da dire senza divagare. Il lettore del web non è quello della pagina della cultura di Repubblica e vuole informazioni utili ed essenziali. Rapidi e “sul pezzo”!
Lo strumento perfetto è il libro di Alberto Papuzzi: “Professione giornalista”
Parliamo di social network: quali sono secondo te quelli più funzionali alla creazione del personal branding?
TUTTI, oppure, tutti quelli in cui sapremo costruire una comunità e un seguito vero. Molti si fissano con LinkedIn, in verità Facebook è forse più utile professionalmente, basta aggregare amicizie tra fornitori, clienti e concorrenti. Su Facebook le difese sono abbassate e potremo avere più possibilità di dimostrare il nostro valore.
Twitter, Facebook, Google Plus e LinkedIn: punti di forza, debolezze e avvertimenti su come utilizzarli.
Mi limiterò nella risposta perché potrei scriverci un trattato. Tutti questi citati hanno una cosa in comune: le fotografie sono indispensabili per aumentare l’attenzione sul nostro contenuto.
Secondo te, qual è l’approccio delle piccole e medie imprese al web marketing?
Smarrimento buio e terrore.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Vorrei migliorarmi su un sacco di lacune professionali che mi accompagnano da una vita: parlare in pubblico, scrivere bene e capire come vendere tutto questo che sto realizzando