HomeBlogStrategie di Marketing5 step per costruire un’impresa partendo da un’idea

5 step per costruire un’impresa partendo da un’idea

Avere un’idea? Facile. Avere una buona idea? Difficile. Farla diventare un’azienda? Difficilissimo. Fare impresa è un’impresa, vediamo perché.

Respirare voglia di fare impresa non è cosa di tutti i giorni, questa sensazione è molto netta presso H Farm, una realtà che non ha bisogno di presentazioni con cui sto collaborando negli ultimi tempi, il cui modello mi ha portato a riflettere parecchio sul rapporto tra imprenditorialità, project management e idee. Cosa permette di passare dal concetto di idea a quello di impresa? Almeno 5 fattori:

Un progetto scalabile: la prima cosa che rende un’idea interessante un progetto concreto è senza dubbio la possibilità di svilupparne le potenzialità su larga scala. Ci sono molto modi per cavalcare il momento e sviluppare piccoli progetti di free riding, se una persona vuole però spendere “l’occasione della vita”, l’idea deve poter crescere rapidamente superando due tipologie di barriere, quelle tecnologiche in caso di repentino aumento di risorse necessarie e quelle territoriali in caso di sbarco in mercati esteri

Un team solido con un project leader ben identificato: una delle cose che ho imparato è che i maggiori investitori che potrebbero essere interessati alla nostra impresa embrionale osservano con attenzione la carne più che lo scheletro. Un buon progetto senza qualcuno che ci mette la faccia non è un buon progetto. La motivazione del team leader e la competenza del team di supporto sono fondamentali, e qualcuno che tra questi ricopra il ruolo di imprenditori con gli onori ed oneri che conseguono è probabilmente la realtà discriminante tra quella che diverrà una grande impresa e quello che resterà solo un buon progetto sulla carta

Contenuti di qualità: è sempre più difficile fare qualcosa di diverso, di più nuovo degli altri. Si diceva qualche anno fa per i siti web che “content is king” e la cosa non si smentisce nel momento in cui si vuole costruire un’impresa. Dallo scheletro alla scatola il percorso è breve, una buona piattaforma più o meno social resta una bella meccanica se non c’è qualcuno che la riempie, o qualcuno che fa si che una community si premuri di riempirla, scenario questo più plausibile.

Un modello di business sensato e indipendente da una rete vendita 1.0: legato a doppio nodo al concetto di scalabilità vi è il concetto di marketability del progetto. Molto probabilmente ogni progetto può avere un modello di business, alcuni però sono più interessanti, rapidi, adatti e sensati di altri. Ho notato che la necessità di una rete vendita tradizionale (tipo giornali, pagine gialle) per far scalare il progetto rappresenta una componente di rallentamento in un mondo fatto di acceleratori.

Occasioni di visibilità: siamo giunti quasi senza accorgercene al modello di incubatore, oltre ai servizi “di base” (amministrativi, contabili..) che queste realtà forniscono, allettanti solo per chi non ha mai conosciuto il mondo delle imprese, ritengo che il vero plus di un luogo come questo risieda nella possibilità di garantire alle realtà ospitate delle occasioni di visibilità e networking importantissime, tanto verso investitori diversamente intercettabili, quanto verso lo sviluppo di partnership potenzialmente vincenti

Che ne dite? Mi rendo conto di aver disegnato un mondo “ad uso e consumo” delle imprese digitali, ma mi piacerebbe partire da qui per poter pensare alle regole della nuova imprenditorialità “nella nuvola”, a voi.

 
 
AUTORE

Giorgio Soffiato

Markettaro per passione, dal 1983. Mente creativa e progettuale dell'azienda, fa chilometri e supera ostacoli in nome della rivoluzione arancione chiamata Marketing Arena. Cavallo Pazzo.
 
 

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