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Vendere il social

Facebook, Twitter, Youtube. Magari Foursquare. E poi?

Social Media Marketing, ragionavo ieri con un referente aziendale sull’evoluzione di quella che è di certo una moda del momento ma anche una grande possibilità di business, sono emersi alcuni punti di discussione che mi sento di condividere, anche alla luce di illuminati recenti commenti apparsi su questi schermi:

  • Non tutti vendono t-shirt: per questo motivo l’approccio strategico “d’attacco” facebook + twitter + youtube condito e mixato con foursquare e un pò di blog seeding non sempre funziona. Aziende che hanno un core business più particolare, o peggio lavorano nel b2b, hanno maggiore interesse a mettere il naso nelle evoluzioni di forum e community, ma i seeder non sembrano muoversi cosi bene in questi terreni… Social network di settore e spazi più chiusi necessitano di strategie ah hoc e i “modelli prestampati di social media marketing” non sembrano garantire i risultati sperati.
  • Il social è gratis: è vero fino a un certo punto, oltre ai costi “nascosti” emergono anche costi di consulenza e sviluppo di app e creatività non più irrisorie, quindi le aziende aumentano l’attenzione verso il mezzo ma anche la diffidenza verso l’investimento, spesso non banale.
  • Il social è pericoloso: ci sono di mezzo gli utenti, non si può sbagliare, le aziende hanno paura.
  • Non sono garantiti i ritorni: questo è il tema più spinoso. Non dirò mai che il social media marketing non è misurabile, ma sono convintissimo che non ci sia accordo sulle metriche, di recente ho sostenuto che “molta della indiscutibile “fuffa” che viene montata (circa 2 slide ogni 3) è tale perchè le aziende la vogliono, il product manager con cui parli vuole quel prodotto “pompato” perchè poi lo mostrerà a qualcuno che non ha competenza nel valutare metriche complesse, cosi finiamo a disporre di strumenti di conversation e funnel analysis ma valutiamo la bravura delle persone in base alle visite, e via”, e lo confermo. Le aziende chiedono numeri, i consulenti offrono awareness. Conosciamo casi nel social in cui si “garantiscono a contratto” risultati come quelli che si possono garantire col pay per click ad esempio in termini numerici? Io no, e probabilmente sarebbe errato il contrario

Con questo “riassunto del mattino” voglio solo fissare alcuni punti di discussione che ogni giorno coinvolgono chi fa il nostro mestiere, esperienza condivisa?

 
 
AUTORE

Giorgio Soffiato

Markettaro per passione, dal 1983. Mente creativa e progettuale dell'azienda, fa chilometri e supera ostacoli in nome della rivoluzione arancione chiamata Marketing Arena. Cavallo Pazzo.
 
 

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