“Social networks: Models, Methods and Analysis” è il titolo della conferenza tenutasi presso il dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e organizzata dall’Università degli Studi di Padova.
Relatore d’eccezione: Prabhakar Raghavan, vicepresidente di Google ed in passato Chief Strategy Officer alla testa di Yahoo, nonché docente di Computer Science presso la Stanford University.
Non era la prima volta che Raghavan veniva in Italia, visto che aveva ricevuto una laurea honoris causa dall’Università di Bologna nel 2009.
Raghavan, dall’alto della sua posizione e della sua figura elegante è riuscito a parlare con molta semplicità e competenza alla platea, e non si è risparmiato a rispondere a tutte le domande che gli sono state poste.
Nonostante la sua formazione scientifica e la composizione del pubblico (per lo più studenti di ingegneria) Raghavan ha insistito molto sul lato umanistico dei social network.
E’ infatti necessario fondere il sapere tecnico con gli studi sociali perché, citando Lazarsfeld, bisogna capire “chi parla con chi, riguardo a cosa e con quale effetto”.
I social network sono il prodotto di questa unione e l’evoluzione della tecnologia non può prescindere da quella della società. E’ quindi fondamentale che il tecnico capisca le implicazioni sociali di quello che gestisce e non si limiti a conoscere algoritmi, sistemi e formule.
Non è sempre così facile però studiare i comportamenti sociali. Raghavan spiega che l’enorme mole di informazioni che viene ogni giorno rilasciata dai vari utenti attraverso i social network, continuerà ad aumentare, purchè questi siano convinti di ottenere valore in cambio. Se il rapporto informazione – valore dovesse venir meno allora le persone smetteranno di condividere e postare.
Ci sono inoltre domande alle quali non è possibile dare risposta ad oggi: un fenomeno sociologico che non si può ancora comprendere riguarda il futuro dei teenager che sono i più grandi creatori di contenuti del web. Raghavan sorridendo, dice che dovremo aspettare i prossimi venti anni per capire come evolverà il rapporto tra social media e i futuri adulti, se continueranno a pubblicare ogni dettaglio della loro vita, come son stati abituati a fare sin da ragazzi o se diventeranno più prudenti.
E così, dalla voce calda e autorevole di un uomo di scienza che ha una grande esperienza alle spalle, sentiamo spezzare una lancia a favore di tutte quelle discipline umanistiche che spesso vengono trattate come “Cenerentola” da chi ha una formazione più tecnica.
Ancora una volta, la parola d’ordine per il cambiamento è proprio “Comunicare”.