Che il web marketing sia in crescita (per nostra fortuna!) non sono di certo io a scoprirlo. La diretta conseguenza di questo trend, è quella di avere sempre più eventi live che cercano di dare il loro contributo alla formazione e alla cultura che ruota attorno a questo mondo. Pochi però riescono a portare con facilità al pubblico (molto vario, lo devo sottolineare) delle esperienze pratiche così interessanti come al Social Case History Forum al quale ho partecipato giovedì 17 novembre.
Giunto, infatti, alla sesta edizione il SCHF (d’ora in avanti lo chiameremo così) ha confermato la solidità e il niente fuffa, come amano chiamarla gli organizzatori, facendo parlare solo chi grazie alle proprie competenze, unite alla creatività e all’utilizzo degli strumenti digitali a nostra disposizione, ha portato al successo di business il web marketing in tutte le sue sfaccettature.
L’evento svoltosi nella splendida cornice del Palazzo delle Stelline di Milano, ha visto durante il giorno l’alternarsi di molti esperti e professionisti del settore che trattando dal remarketing, al mondo degli influencer, dal come creare una community, all’utilizzo del live streaming come veicolo di contenuti, hanno dato un’ampia dimostrazione di come questi strumenti siano veramente efficaci in ottica di crescita dei business.
Pronti via, parte il nostro Fabio Giannini, che portando il caso SAS Analytics Experience ha esplorato il mondo e le possibilità offerte dal remarketing avanzato a favore degli eventi offline. La mattinata è comunque piena di interessantissime case history divise in due sale: si alternano dapprima Ceres, regina dell’Instant Marketing all’italiana, in collaborazione con Buzzoole, e l’esperienza di OkRadio, network milanese che grazie all’utilizzo delle dirette Facebook è riuscita a convogliare il pubblico dal media tradizionale alla fruizione web della radio appunto.
Molta radio anche nel pomeriggio, con il caso 105 in testa: si è parlato di come la loro collaborazione con AD Mingle stia trasformando la loro idea di influencer marketing in favore di una rete di “influenza” legata ai piccoli follower che ogni giorno contribuiscono alla diffusione dei contenuti della radio. Il loro “lavoro” viene ricompensato all’interno della piattaforma con gadget legati al mondo della radio italiana più seguita sui social.
Ma tornando alla mattinata si è sentito forte “il profumo” del mondo dell’influencer marketing: dal SocialIndex che permette di valutarli efficacemente e misurarne il ROI nelle campagne digital all’inflUTILITY, termine coniato dai ragazzi di Your Brand Camp e raccontato attraverso la case POLLI SOCIAL FOOD.
Il pomeriggio ci ha regalato altre due cose interessanti e divertenti allo stesso tempo: lo sviluppo e la creazione di una community grazie all’aggregazione veicolata dai social media del brand Pietro Ferrante, gioielliere “hipster” molto conosciuto e amato dai giovani alternativi legati da un mood rock e fuori dagli schemi. Il lavoro principale è stato quello di accomunare tutti gli amanti del brand in un’unica grande Crew, come definizione derivante dal hip-hop e dei graffiti anni ’80 grazie ai contenuti presenti nelle varie piattaforme, da Facebook a Instagram.
Ultima menzione va fatta per i ragazzi di Wacky Weapon che si sono cimentati con il lancio sul mercato del film “Dio esiste e vive a Bruxelles”. La loro strategia legata “all’umanizzazione” dell’Altissimo, completo di profilo Whatsapp, ha creato un incredibile buzz attorno al film. La carrellata di domande e richieste arrivate al finto Dio dietro il quale si celavano i ragazzi dello staff, sono state un ottimo esempio di marketing non convenzionale che sfocia nel virale visto il grande ritorno in termine di numeri e soddisfazione.
Da SCHF ci portiamo a casa molte cose, ma soprattutto: il dialogo tra online e offline che ormai deve essere un unico flusso comunicativo declinato nei vari mezzi appartenenti al dentro o fuori la rete. Che il marketing degli “influenti” è sempre più presente: dai grandi ai piccoli, le persone danno fiducia alle altre persone, facendo di ognuno di noi un “influenzatore” di qualcun altro, quindi una risorsa per i brand. E che le emozioni guidano il marketing, anche quello digitale. Visto? Ancora una volta on line e off line vincono insieme.