Snapchat è una photo-sharing app che ha avuto una impressionante diffusione, sin da quando è stata lanciata lo scorso anno.
L’impressione di molti è che un tale successo possa essere legato al fatto che le sue caratteristiche la rendono uno strumento ideale per fare sexting. Per chi non lo sapesse, “sexting” è un neologismo che indica l’utilizzo di mezzi informatici finalizzato allo scambio di immagini sessualmente esplicite con amici.
Non bisogna tuttavia dimenticare che, questi “amici” possono a loro volta inviare quelle foto con altre persone o condividerle online.
Almeno in teoria, Snapchat sembra rendere questo impossibile. In realtà, come sempre, esistono modi, non controllabili, di condividere le foto altrui. Capita perciò che quelle foto, che ritraggono nudi e ubriachi, possano finire su Facebook, anche se condivise tramite Snapchat.
La principale questione, riguardo questa app è proprio questa: crea l’illusione di poter fare “sexting sicuro”, laddove il sexting sicuro non esiste. Il sexting è un fenomeno in crescita, in particolare tra gli adolescenti d’oltreoceano e, come è facile intuire, può causare spiacevoli conseguenze qualora le proprie foto più “intime” finiscano in mano a degli sconosciuti.
Il modo in cui Snapchat cerca di impedire agli utenti di catturare screenshot delle immagini ricevute, non elimina affatto questa ipotesi. All’utente viene richiesto di mantenere un dito sulla foto altrui per tutto il tempo in cui essa viene visualizzata. Questo rende lo screenshot meno pratico ma, ovviamente, non impraticabile per chiunque abbia due mani.
L’altra misura di cautela adottata da Snapchat è segnalare immediatamente all’utente quando qualcuno cattura uno screenshot di una sua immagine. Se questo rende possibile sapere che un altro disporrà di quell’immagine a proprio piacimento, sarà in ogni caso troppo tardi e ciò non impedirà a chi voglia condividere online la foto, di farlo.
Ovviamente i creatori di Snapchat declinano ogni responsabilità per le pratiche di sexting che avvengono tramite l’applicazione. D’altra parte è pur vero che proprio da tali particolari features, che danno l’illusione di poter condividere le foto in modo “sicuro”, sembra derivare il grande successo che l’applicazione sta riscuotendo. Pur assumendo che non ci sia malizia nel progetto di Snapchat, se prendiamo spunto dal caro vecchio McLuhan e dal suo “il medium è il messaggio”, sembra proprio che la struttura di questa app sia destinata a sfruttare e cavalcare il fenomeno.