Se il mondo è pieno di persone che vogliono tutto senza rinunciare a nulla, il vasto, sconfinato, labile, fuffoso, in fase di definizione (ogni tipo di aggettivo ci si adatta benissimo) mondo dei social media ne è satollo, strabordante.
Che c’è di meglio che tornare a casa e trovar moglie ubriaca e botte piena? Ma, ahinoi, le cose non stanno così.
Per certi versi la nostra botte (e per nostra intendo di tutti coloro che lavorano con il web e con i social) è sempre piena: abbiamo avuto la fortuna, il privilegio, l’onore di guadagnare (pochi) soldi con il mondo che più ci affascina. Riteniamoci fortunati di questo, in un mondo che ti prende a cazzotti appena appoggi la punta del piede fuori dall’uscio. E invece no, presuntuosi che non siamo altro, ingrati della peggior specie. Noi non ci accontentiamo. Vogliamo anche la bella mogliettina alticcia ad aspettarci sulla soglia di casa.
No cari miei, no. Non solo la moglie non è ubriaca, ma “non dovremmo esser neanche sposati”.
Se vi domandate se sono vicino alla soglia del coma etilico la risposta è no. E ve lo dimostro: quello che voglio dire, un po’ più seriamente, è che ogni lavoro ha delle caratteristiche, delle peculiarità e delle particolarità, tipiche del lavoro stesso e che lo definiscono. Tra le tante sfaccettature del lavoro di chi si occupa dei social media c’è l’assenza totale di STOP, di riposi.
Con tono polemico, rivolto anche a me, è giusto condannare la cattiva abitudine del giorno sacro (giorni molto spesso), in cui non si lavora. Questa pessima tradizione è rimasta nelle aziende fin dai tempi in cui al venerdì si suonava la sirena, si attaccava il cappello al chiodo e si lasciava la fabbrica, dopo la giornata lavorativa, per non tornarci fino al lunedì dopo. Ora, dico, ve lo immaginate un PR di una discoteca che non lavora il sabato sera? Un prete che la domenica dorme? Ecco, noi siamo rispettivamente quel PR, quel Prete. Il nostro sabato e la nostra domenica non esistono, o almeno non dovrebbero. E provate a un pensare a un “coccaro” che il 15 agosto invece di essere in spiaggia a vendere come mai in vita sua, sia alle Maldive a prendere il sole… La chiamereste follia giusto? Beh, noi siamo anche quel coccaro.
Voglio forse dire che dovremmo lavorare 15 agosto, sabati e domeniche, Natali e Pasque, al giorno del matrimonio e al giorno del funerale della suocera? Forse sì. E se state pensando “a lavoro per Natale vacci te” me lo merito. Però le mie sono riflessioni provocatorie che hanno fondamenta solide. Molti studi hanno confermato che il giorno dove i tweet hanno più alto tasso di engagement è il sabato: certo, c’è meno competitività, ovvio, ma il dato resta:
Il famoso “sabato del twittaggio” non vi basta per convincervi? Beh, mi sono imbattuto in questa infografica: