Prima del ponte festivo che ha permesso un pò a tutti di ricaricare le batterie ho avuto la possibilità di intervistare Marco Massarotto, co-fondatore di hagakure e profondo conoscitore delle dinamiche che regolano il social media marketing. Lascio il testo dell’intervista ai lavori dell’osservatorio facebook che stiamo progettando come gruppo di ricerca TEDIS – Venice International University ma non perdo l’occasione per elencare alcuni concetti che mi hanno colpito e che vorrei condividere con voi a costo di sembrare banale nel ripetere alcune cose ma con l’obiettivo di sintetizzare un mondo che è sempre più scivoloso e complesso.
cambiano gli interlocutori: il mestiere della gestione delle pr on line riprende alcuni strumenti e tecniche (event marketing, diffusione comunicati) dal vecchio “fare pr”, il cambiamento più importante risiede nell’interlocutore, non più giornalista o ufficio stampa ma utente, persona, un concetto non banale e che nessuno di noi deve dimenticare soprattutto lavorando a progetti di social media marketing che coinvolgono strumenti “nervosi e fibrillanti” come facebook
dal controllo all’influenza: le dinamiche del web, e soprattutto dei social network, sono assolutamente incontrollabili. I social network danno probabilmente infrastruttura (e quindi dignità) al viral marketing, l’agenzia che lavora al social media marketing deve prevedere dove può i flussi virali e creare le condizioni per un buzz positivo ma non può in alcun modo pensare di imbrigliare o controllare le opinioni e le azioni dell’utenza, al massimo può indirizzarle.
dal target al network: il concetto di target in questi contesti di frontiera è piuttosto superato, il valore non sta tanto nella conoscenza e nella profilazione del target quanto nell’ampiezza e nella qualità del network e probabilmente anche nella reputazione (e capacità di seed successivo, misurabile ad esempio con il numero di amici di ogni nostro amico) dei singoli componenti il network.
il facebook marketing mix: si tratta di un sottoinsieme del più ampio internet marketing mix, il fattore da rilevare è che il marketing mix classico comincia ad avere poco senso di fronte ad un canale / leva (internet) regolato da proprie dinamiche molto distaccate da quelle tradizionali e comunque destinato ad aprire un nuovo mercato più che a sostituire il vecchio.
social media marketing e pmi: anche se spesso il marketing innovativo è stato elevato a strumento low cost per definizione, non sono molti i casi di successo di pmi e web 2.0, in realtà ce ne sono ma se si vanno a vedere le grandi iniziative ricompaiono per magia i nomi dei grandi brand che si sono votati al nuovo, da Fiat a Nokia.. Il motivo non sta tanto nel costo di esposizione (metrica da comunicazione tradizionale), va piuttosto ricercato nel tempo e nelle risorse umane necessarie per governare queste dinamiche: chi ha la possibilità di pagare buoni consulenti e figure dedicate può emergere in questo mondo, le pmi faticano perchè è difficile industrializzare tali servizi e renderli quindi replicabili, soprattutto nella parte creativo-preparatoria.
facebook è una moda? Questa domanda è molto complessa anche se non è paragonabile di certo a “bolle” come second life visto che in quel caso sono stati i media tradizionali a spingere il fenomeno che in realtà in rete non è mai stato dirompente quanto facebook o myspace. Il concetto interessante è legato all’utilità, facebook sarà sostituito (se lo sarà) non tanto per l’effetto moda quanto perchè arriverà uno strumento più utile, divertente e usabile e tutti si sposteranno li. Paradossalmente questo è un terremoto per utenti e strumento base (facebook) ma non più di tanto per le agenzie che dovranno “soltanto” imparare ad utilizzare per i propri obiettivi una nuova piattaforma.
Preciso che questo post è una mia libera interpretazione dell’intervista con Marco ma credo che i punti toccati siano sostanzialmente questi, voi che ne dite? La carne al fuoco non manca..