Instagram ha sempre incoraggiato i brand a sfruttare al meglio il potere intrinseco del linguaggio figurato che fornisce la piattaforma e, vista la vastità della community che si è venuta a formare, la strategia non è affatto sbagliata.
Già dallo scorso anno Instagram si è avvicinato al mondo dell’advertising, in maniera discreta, coinvolgendo i brand del nuovo continente come Levi’s e Taco Bell. Ora l’obiettivo è spingersi oltre.
Ma chiunque sia in procinto di organizzare una campagna, vuole avere la possibilità di monitorarne la performance, in modo da poter valutare poi se i risultati raggiunti siano stati all’altezza degli investimenti. E così, solo pochi giorni fa, Instagram ha annunciato ufficialmente che rilascerà nei prossimi mesi dei nuovi tools di monitoraggio per aiutare i band a capire meglio come performano i loro contenuti organici e a pagamento.
I business tools, permetteranno, in particolare, di valutare tre aree principali: Account insights, Ad insights e Ad staging, vediamoli più nel dettaglio:
- Account insights, monitorerà quanto l’awareness del proprio brand sia aumentata attraverso Instagram, valutando impression, reach e engagement.
- Ad insights, mostrerà il risultato delle campagne a pagamento attraverso analytics (impression, reach e frequenza) per ogni contenuto sponsorizzato in base al target.
- Ad staging, permetterà agli inserzionisti e al loro team creativo di vedere in anticipo, salvare e preparare i post per le successive campagne.
Come precisa Instagram nel suo blog ufficiale i nuovi tools sono stati creati per venire incontro alle esigenze di marketers e creativi che ora potranno gestire al meglio le varie campagne del brand. Infatti ora un inserzionista potrà avere accesso, in tempo reale, ad un sommario relativo all’andamento della foto sponsorizzata appena pubblicata, nonché avere informazioni sul target audience, in modo da migliorare la strategia alla base della campagna.
Per ora la possibilità di fare pubblicità su Instagram rimane ancora molto serrata, ma la questione è in evoluzione. Tutto questo non dovrebbe turbare gli utenti che, in base all’esperienza delle campagne già avviate negli States, non si sono sentiti invasi dai post sponsorizzati.