HomeBlogSocial Media MarketingI professionisti delle PR e i social media: 5 modi per usarli

I professionisti delle PR e i social media: 5 modi per usarli

Leggo sull’ottimo Mashable un articolo di Leyl Master Black, MD presso SparkPR, intitolato Top 5 Innovative Ways PR Pros Are Using Social Media. E’ indubbio che il rapporto tra la comunicazione tradizionale e digitale è di co-opetition, ma ancora più complesso e difficile è il rapporto tra on line PR e pubbliche relazioni tradizionali. I più furbi e lungimiranti (che a breve definiremo “unici sopravvissuti”) hanno integrato nella propria offerta classica un utilizzo interessante dei media sociali, vediamo 5 modalità innovative con cui stanno approcciando il tema:

1. Fare rumore

L’utilizzo dei media sociali per sviluppare buzz e rumore attorno a un progetto o un brand è spesso paventato come semplice ed immediato. Non è cosi, ma non è vero che la cosa non si possa fare. L’autrice cita il caso New York Public Library, biblioteca numero 1 al mondo su Twitter e Facebook. L’utilizzo “avanzato” di questi strumenti ha portato la NYPL a inserirsi anche nei circuiti di news più importanti, viene citato il caso di alcuni contenuti testuali e multimediali che puntualmente vengono rilanciati anche con Tumblr e ripresi di volta in volta da realtà del calibro di Newsweek (tumblr), NPR Fresh Air, ottenendo menzioni anche da Digital Journal e DNA Info.

2. Restare in contatto con i freelancers

Partendo dall’assunto che non tutti i circuiti di influenza sono tracciati e mappati in database ufficiali, è possibile utilizzare i media sociali per ricercare collegamenti altrimenti impossibili. L’articolo cita il caso @TravelRwanda, un progetto che ha coinvolto diversi bloggers nella promozione del turismo in Ruanda. Iniziative simili sono state già tracciate da noi (UmbriaOnTheBlog ad esempio) e altre stanno facendo rumore on line (come il caso ArgentinaOnTheRoad). Tra tutte le tecniche avanzate questa sembra la più attuale ed in auge.

Già che ci siamo, un pò di numeri su TravelRwanda (This did the trick. The contest attracted 82 entries, and three people from the U.S. were selected as winners. While in Rwanda, they posted a combined 448 tweets that were visible to more than 1.5 million people, and the entire week’s Twitter activity made over 45 million Twitter impressions.)

3. Costruire network di influenza proprietari

Se molte agenzie di PR ragionano per “singoli influenti”, sembra invece fare la differenza un approccio per gruppi di influenza, il top sarebbe poter “incentivare, organizzare, promuovere e controllare” gruppi attivi sotto l’ombrello di progetti proprietari.

ChildsplayPr, un’agenzia di PR orientata al target mamme/bambini ha attivato due progetti particolarmente gustosi:

  • Team Mom è un gruppo di mamme blogger che recensiscono prodotti e servizi
  • Parkberch Panel è un focus group di mamme influenti sui social media che possono fornire consigli prima del lancio di un prodotto sul mercato

Oltre a questo l’azienda organizza dei “blogger brunch” con l’obiettivo di mettere in contatto aziende e blogger influenti in un contesto intimo e informale

4. Ottimizzare il contatto con i media agli eventi

Se cambiano le PR, cambiano anche gli strumenti di gestione delle stesse. In particolare i professionisti più lungimiranti sono passati dall’utilizzo di telefono ed e mail per il proprio lavoro quotidiano, a strumenti più informali come Twitter. Significativa la frase: “In the past, our firm would initiate aggressive email and phone outreach in order to distribute news releases, set up briefings and interviews with the media on behalf of our clients. Now, we follow key influencers and media on Twitter.” (Kristen Nelson)

Questi nuovi modi di contattare gli influencers sembrano essere molto profittevoli, insomma funzionano, siete ancora fermi alle pr 1.0?

5. Sbarcare nel mondo reale

Uno dei temi che più spesso tocchiamo è quello dell’integrazione on line off line, ovviamente anche in questo caso funziona l’idea di costruire dei manifesti in cui ricordare i nostri profili Twitter e Facebook, negli Stati Uniti sembrano amare i billboard come si vede in questi due casi:

Di certo l’idea di integrare realtà on line e off line è vincente.

Conclusioni

Cosa portare a casa da questa carrellata? Senza dubbio l’idea che non tutto il mondo delle PR off line sembra, come invece in Italia (ma spero di sbagliarmi), arroccato sulle proprie posizioni e fedele alle vecchie regole.. il tema sembra proprio questo: quanti dei nuovi player delle PR sono agenzie storiche che hanno saputo ripensarsi e quante invece sono le realtà emergenti che hanno bellamente attinto alle quote di mercato dei vecchi professionisti? Esiste questa dicotomia o il settore è evoluto senza danni e drammi?

 
 
AUTORE

Giorgio Soffiato

Markettaro per passione, dal 1983. Mente creativa e progettuale dell'azienda, fa chilometri e supera ostacoli in nome della rivoluzione arancione chiamata Marketing Arena. Cavallo Pazzo.
 
 

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