È incredibile, è dai tempi di Youtube che non si parlava così tanto di uno strumento della Rete, se così si può definire… noto con piacere che addirittura il termine “social network” ormai è conosciuto anche da chi sa guardare solo la posta elettronica, e pensare che se lo si pronunciava un po’ di tempo fa si veniva subito classificati come “nerd” :-).
Ho notato che lo stesso numero di post dedicati a questo social network in questo blog è aumentato a sproposito negli ultimi tempi… e almeno una volta a settimana si nomina Facebook in qualche TG Nazionale…
Che sia chiaro fin da subito… non lo sto disprezzando, anzi, anche perché lo uso pure io… e da un bel pezzo (mi ero iscritto solo per esplorare questo nuovo fenomeno ancora quando era disponibile esclusivamente in lingua inglese… e non avrei mai immaginato tanto successo, sono sincero)… però sono ancora stordito dalla fama che sta raggiungendo e mi chiedo, ogni volta che lo uso, dove sia il bottone che ha fatto scattare la molla.
Nell’ultimo anno questo è stato il Social Network che è cresciuto di più come numero di iscritti e sicuramente è, al momento tra i leader indiscussi del Web 2.0, arrivatoci tra l’altro in poco tempo e, soprattutto, in Italia.
Bene, fatte le dovute presentazioni, mi chiedo il perché di tanto successo. A guardarlo bene non c’è nulla di nuovo… tra commentare, pubblicare video, condividere foto… ho letto spesso “facebook mi ha sostituito le email!”… ma perché? Ogni social network ha il suo sistema di messaggistica… c’è una chat, è vero, ma non funziona nemmeno sempre bene e, comunque, è molto limitata rispetto ai famosissimi sistemi di Skype e Msn…
Secondo una mia grossolana analisi i motivi per cui il successo è stato tale, almeno in Italia, sono stati i seguenti 2.
Il primo, fondamentale, ne sono convinto, è l’obbligo di mettere il nome e il cognome quando ci si iscrive. Sono anche convinto però che, vista la prassi comune di non leggere i contratti, molti nemmeno sappiano che è un obbligo… ma poiché “mettere nome e cognome” è il primo e (almeno all’inizio) quasi unico modo per farsi riconoscere e ritrovare i vecchi amici (anche quelli scomparsi e dispersi, più visti da anni ed anni, compresi quelli finiti nel dimenticatoio) allora l’inserimento di tali dati non è più un problema, ma un’opportunità. Anche qui, sono sincero. Se qualcuno mi avesse detto “costruiamo un social network dove la priorità sia dichiarare i dati personali cosicché le persone si riconoscano?”, probabilmente non avrei scommesso un euro su di un progetto simile. Eppure… i fatti dimostrano il contrario…
Il secondo, meno importante per l’iscrizione ma fondamentale per il mantenimento (lo stickiness per capirci…), è il fatto che una volta entrati ci sia di tutto e di più… questo può renderlo poco agevole e poco pratico inizialmente… ma una volta “fatta la mano” si ha a che fare con chat, messaggistica, video, foto, commenti, giochi, applicazioni e una marea di cose inutili e spesso al limite dell’intelligenza umana… ma, ciò che più conta, ciò che ci fa rimanere attaccati a Facebook durante tutte le nostre pause o nel nostro tempo libero è l’avere gli amici, i contatti, sempre a portata di mano… è una grande piazza virtuale… di più… è un villaggio dove spesso e volentieri si può spiare nella casa del vicino per curiosare…
Ecco, un’altra cosa. All’inizio ho detto che queste cause di successo sono particolarmente vere per il panorama italiano, perché? I motivi sono quasi scontati. Innanzitutto, il nostro è un Paese mediterraneo e quindi storicamente orientato al tema delle comunità, della socialità, della famiglia e del vivere in gruppo, piuttosto che da soli… Facebook ci dà, se pur lontanamente, questa opportunità. In secondo luogo, gli italiani sono noti per essere un popolo di curiosi, amanti del gossip e dei reality show (non se ne spiegherebbero tanti altrimenti :-)… e Facebook ci offre sicuramente l’opportunità di farci gli affari degli altri :-).
Per quanto poco scientifica, questa è la mia spiegazione di un successo tale, in Italia, di uno strumento che nulla ha di nuovo rispetto ai suoi predecessori se non le cose suddette.
Credo vivamente che sia proprio tale successo a meritare attenzione. Il resto, per come la vedo io, è fatto in gran parte di “chiacchiere di chi non conosce il Web 2.0”: prendiamo ad esempio il diffusissimo problema della privacy con cui spesso i telegiornali esordiscono… ma perché mi dovrei preoccupare? E di che poi? Primo, ci sono tutti gli strumenti per far vedere a chi voglio quello che voglio, secondo, motivo più importante, Facebook è un social network, cioè un mezzo del Web 2.0 e di conseguenza uno strumento creato per condividere, co-pubblicare, diffondere… è nella sua natura essere contro la protezione dei dati… Non si è obbligati ad iscriversi o ad inserire certi contenuti, se non mi va di condividere non lo faccio, fine della storia. Chi si lamenta è chi non ha capito la natura del mezzo.
Ora resta solo un problema,o un’opportunità, dipende dai punti di vista :-)… Quale che sia il modello di business? Quale il modo per fare i soldi? È difficile da capire… il potenziale sociale è enorme… quello economico per ora è limitato alla comunicazione a basso costo, al marketing virale, all’advertising (se pur sotto vari aspetti) e a poco altro… ma il vero modello di business deve ancora essere trovato… e qui è corsa all’oro.