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Arte e Social: quando cultura e digitale vanno a braccetto

arte sui social
Il triste presentimento di Gerolamo Induno “rivisto” da Stefano Guerrera di “Se i quadri potessero parlare”

Riflettevo qualche giorno fa su come i Social per alcune persone sono ancora sinonimo di “cazzeggio” e su come siano paragonati a wasting-time (tempo sprecato). Soprattutto tra chi osserva da fuori il fenomeno di intrattenimento digitale e da chi non conosce ancora il mezzo.

Come scrissi un po’ di tempo fa, sempre su MarketingArena, i Social possono funzionare benissimo a favore dell’arte e della bellezza. Ma bisogna imparare a disimparare i “classici” modi di comunicare cultura, e abbandonarsi a codici nuovi, messaggi diversi e magari provare a divertirsi.

Allora ho pensato di raccogliere qualche esempio. Ci sono pagine come “Un quadro al giorno” che con una content curation estremamente semplice e abbastanza rarefatta raggiungono i 10.991 likers, artisti che adoro e che ho studiato raccontarsi su Pinterest (personalmente) con disinvoltura come fa Pier Paolo Calzolari.

Ma ecco due casi “social-mente” molto interessanti.

 

Finestre sull’Arte, Il pod-Cast della Storia dell’Arte

40mila visite al sito mensili, è il blog di Storia dell’Arte più seguito in Italia. Lo strumento Pod-Cast lo rende particolarmente appetibile e fruibile, e i contenuti sono di ottima qualità.

finestra sull'arte

Qualche numero?

  • 221.489 Likers su Facebook
  • 7.739 Follower su Twitter

Un media kit da urlo e la partecipazione a blog tour di rilievo. Un esempio? #pabloalmercato, il blog tour organizzato a Firenze da Palazzo Strozzi e Mercato Centrale Firenze nel 2014 per presentare in anteprima la mostra Picasso e la modernità spagnola e per far conoscere al pubblico le prelibatezze della cucina del Mercato Centrale di Firenze.

Qui anche i puristi intravedono sicuramente il grande valore culturale di uno spaccato digitale che fa capo a due ragazzi nati negli anni 80, ricchi di entusiasmo e con tanta voglia di diffondere messaggi e contenuti legati ad un’Italia che ci piace e che sentiamo nostra. Lavorano con una serietà e una caparbietà uniche, e i loro canali trasudano una professionalità estrema e competente.

In bocca al lupo Federico e Ilaria!

 

Se i quadri potessero parlare

Bhe, ragazzi, qui voglio lanciare una provocazione.

Io provengo da un mondo accademico molto strutturato e la storia dell’Arte è un’area sacra che amo a dismisura e che venero.

Ma il progetto di Stefano Guerrera “Se i quadri potessero parlare” mi piace e mi fa sorridere.

Inoltre sono convinta che in pochi, nella massa più variegata di utenti, pur con la striscia satirica, si sarebbero mai imbattuti in “Ritratto di Joan Maria Torres – Salvador Dalì (1921)” o in “Lezione di anatomia – Rembrandt (1632).

Indico quindi come valore culturale l’anima “canzonatrice” del progetto di Stefano, che comunque riesce a disseminare i social di opere d’arte che stabiliscono un contatto visivo con l’utente, lo invoglia ad osservare e a capire il legame con il testo interpretato da Stefano Guerrera. Non sarà un mezzo di diffusione di cultura come lo intendono il 99% delle persone, ma conosco esperti d’arte che condividono e apprezzano, assaporando i contenuti col sorriso e divertendosi.

E da “digital content creator” quale io cerco di diventare ogni giorno, non posso non stupirmi davanti a questi numeri:

  • 1.085.474 Likers su Facebook
  • 100k di follower su Instagram
  • 14.500 follower su Twitter

E davanti a questi risultati (la copertura di un post della timeline della pagina Facebook “Se i quadri potessero parlare”) mi viene da pensare che anche l’algoritmo di Facebook può essere “beffato” da un contenuto coinvolgente:

arte e social statistiche

Che dire, io credo sempre che la differenza la faccia l’intentio, l’intenzione dell’utente. Se si vuole acculturare, lo può fare. Se si vuole divertire o svagare, lo può fare. Social e blog sono possibilità infinite per raggiungere ciò che cerchiamo, anche la cultura e l’arte.

Basta volerlo e abbandonarsi a nuove forme di comunicazione e di diffusione di informazioni.

A volte penso, ma quanto siamo fortunati? Esiste epoca con così tante info a portata di click?

 
 
AUTORE

Lara Badioli

Comunicazione digitale e storia dell’arte. Il mondo dell’accoglienza turistica e un pizzico di programmazione neurolinguistica. Frulla tutto, aggiungici una spruzzatina di storie da raccontare e una macchina fotografica vecchio stile. Sono sempre più convinta che accanto alla magica (e meravigliosa!) crescita della digitalizzazione delle informazioni serva un ritorno alla capacità di comunicare valore attraverso il cuore e i sentimenti.
 
 

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