Leggo questa interessante intervista a Massimo Marchiori, docente presso l’Università di Padova e ispiratore di Larry Page nell’inventare il noto algoritmo di Google. Mi colpisce questa frase relativa all’aspetto sociale del web del futuro:
“E’ l’altro versante su cui sto lavorando, la socialità delle reti. Siamo ancora in una fase preistorica nel cogliere l’estensione della nostra società nella rete, agli albori nel capire come funzioniamo sul web, ma è in quella direzione che stiamo andando sempre di più. Ora ci sono due parti distinte: da un lato l’enorme bagaglio di conoscenze del web, una sorta di enorme libreria. Dall’altra le persone. Un po’ come dire Google versus Facebook, divisi. In futuro questa distinzione non ci sarà più. Ci sono già timidi tentativi di unione fra mondo reale e virtuale, come quando ad esempio vado in un museo e appare sul mio profilo social dove sono. Ecco, andiamo verso la convergenza di questi due mondi. In futuro, la distinzione fra questi due aspetti sarà sempre più sfumata”.
Il tema è limpido, siamo di fronte a due entità:
- Persone
- Informazioni
Al momento il dominio sulle informazioni è di Google, quello sulle persone di Facebook. Se pensiamo però più in termini di tecnologia di ricerca e di indicizzazione è più sul “modello Facebook” che sul “modello Google” che è lecito puntare, pensiamo ad un check in foursquare: dove lo condividiamo? Non certo su Google.
Facebook detiene ad oggi informazioni riservate e segrete che decidiamo di aprire solo ai nostri amici. Come scavalcare questo ostacolo? Vedo due modi:
- Una sorta di ponte tra le informazioni condivise tra amici gestito come sistema di validazione (+1?, Social Search?)
- L’apertura non solo “verticale” delle nostre informazioni, quindi agli amici, ma anche “orizzontale, momentanea e contestuale”, potremmo quindi aprire le nostra informazioni al raggio di 500 metri per 20 minuti etc..
Il mestiere di Google sembra sempre più vicino ad un’atavica ricerca di informazioni sempre più frammentate non solo per numeri ma anche per struttura (geolocalizzazione, opinioni, recensioni etc..), Facebook gode invece dell’inserimento automatico di queste informazioni da parte degli utenti ormai “misurati” per influenza personale (si veda ad esempio Klout)
E’ possibile ipotizzare un’evoluzione nella ricerca, vi sarà sete di informazioni e le persone non riconosceranno più un solo leader nel reperimento delle stesse ma si affideranno a tanti esperti verticali, come foursquare per i viaggi o yelp per il food.. Conferma quanto detto un bel post di Andrea Infusino su “TripAdvisor Vs Foursquare”, un contesto di reperimento delle informazioni in più fasi, del tipo:
- Trovare (ricerca su database “generico –> Google sa di tutto)
- Verificare (ricerca su database specifico –> Tripadvisor sa di turismo)
- Validare in loco o sul momento (ricerca geolocalizzata o temporale –> Foursquare intermedia il sapere della nostra rete)
Potrebbe essere qualcosa da tenere in considerazione, ed ecco perché “Search” e “Social” sono parole che non hanno più senso se non prese “a pacchetto”.