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Core Web Vitals: non è la destinazione, ma il viaggio che conta.

Cosa serve per posizionare un sito web?  Virginia Raffaele, nei panni di Marina Abramovich, non avrebbe alcun dubbio: “Performance!”. 

Infatti, Google ha introdotto dei nuovi indicatori chiamati Core Web Vitals (Segnali Web Essenziali)  per quantificare e misurare oggettivamente l’esperienza utente attraverso tre metriche: velocità di caricamento, interattività del sito e stabilità visiva

I nuovi indicatori sono riconosciuti come fattori di ranking quindi, a parità di contenuto, un sito che offre prestazioni migliori si posizionerà meglio di un sito costruito male.

Insomma, se una volta la regola era “content is king”, oggi la chiave del successo a lungo termine di un sito Web è l’ottimizzazione dell’esperienza utente.

“Non è la destinazione, ma il viaggio che conta.” – Jack Sparrow (o molto più probabilmente Thomas Stearns Eliot)

Prima di addentrarci nei tecnicismi è bene capire la logica dietro questi tre nuovi fattori di ranking perché non sono banali regole da rispettare, ma un paradigma che Google vuole diffondere.

Le persone che navigano sul web sono in viaggio e ogni pagina è un nuovo passo. Il motore di ricerca, che è la nostra agenzia turistica, fa di tutto per rimuovere davanti a noi i possibili ostacoli che rovinano il percorso. 

I siti lenti a caricarsi o poco reattivi vengono penalizzati perché creano frustrazione ed aumentano il tasso di abbandono, due cose che l’algoritmo vuole evitare. Viceversa, i siti che garantiscono un’esperienza utente confortevole e scorrevole riceveranno maggiore visibilità.

Insomma, un viaggio fatto di treni in ritardo, hotel scadenti e cibi precotti non piace a nessuno. Google lo sa e fa di tutto per evitare che ti succeda mentre navighi. 

Quando costruisci un sito, quindi, non preoccuparti dei tecnicismi come i Core Web Vitals ma assicurati di agevolare il possibile l’esperienza dell’utente finale. 

Core Web Vitals: andiamo al punto

Come dicevo i Core Web Vitals al momento sono tre, ma probabilmente in futuro si evolveranno e ne verranno aggiunti altri sempre nell’ottica di migliorare l’esperienza utente.

I protagonisti della nostra storia si chiamano:

  • Largest Contentful Paint (LCP): misura le prestazioni di caricamento della pagina. 
  • First Input Delay (FID): misura l’interattività della pagina.
  • Cumulative Layout Shift (CLS): misura la stabilità visiva. 

Largest Contentful Paint 

Il Largest Contentful Paint, in italiano: “Visualizzazione dell’elemento di maggiore dimensioni”, indica il tempo di caricamento dell’immagine o del blocco di testo più grande visibile all’interno della schermata.

Misura la velocità di caricamento percepita perché, quando navighiamo, non abbiamo bisogno che tutto il sito si carichi, ma vogliamo capire se la risorsa che stiamo aprendo è utile o no. 

Faccio un esempio estremo: se cerchi “immagini pesca sportiva” e la prima cosa che si carica è un frutto con degli attrezzi da palestra, capisci subito che è una risorsa che non ti serve, senza dover aspettare il caricamento dell’intera pagina, quindi puoi uscire e aprire un altro risultato.

Andando al lato pratico, per fornire una buona esperienza utente, il Largest Contentful Paint dovrebbe essere minore di 2,5 secondi.

First Input Delay

Sappiamo tutti quanto sia frustrante fare clic su una pagina e non veder succedere nulla.

Il First Input Delay, letteralmente “Ritardo della prima interazione”, misura l’intervallo da quando un utente interagisce con un elemento sulla pagina, ad esempio fa un clic, a quando il browser è in grado di elaborarlo. 

Un FID basso garantisce che la pagina sia utilizzabile e che il sito sia reattivo. Per fornire una buona esperienza utente, le pagine dovrebbero avere un FID di 100 millisecondi o meno.

Cumulative Layout Shift

Il Cumulative Layout Shift, ovvero “Variazione Cumulativa del Layout”, è lo spostamento inaspettato degli elementi di una pagina mentre si sta caricando. 

Come quando apri un sito e il banner dei cookie sposta tutto e ti ritrovi per sbaglio a fare click su una risorsa che non volevi.

Ridurre al minimo il CLS è importante perché le pagine che si spostano possono causare un’esperienza utente scadente. Andando sempre in numeri: per fornire una buona esperienza utente, le pagine devono mantenere un CLS di 0,1 o minore.

Come conoscere le prestazioni del tuo sito?

Per conoscere i valori dei Core Web Vitals del tuo sito hai due vie: PageSpeed Insights o la Google Search Console. Ti consiglio il primo se devi misurare la velocità di una singola pagina e il secondo se devi monitorare un sito.

Fai attenzione: diverse pagine di un sito possono avere diversi problemi. Potresti avere un blog velocissimo, senza alcun problema tecnico, ma con un articolo in cui hai inserito un’immagine di anteprima pesantissima che rallenta il caricamento.

Non mi resta che fare come Cremonini e augurarti buon viaggio, sperando che questa tappa ti sia stata utile. 

 
 
AUTORE

Carlo Cominato

Appassionato di statistiche, soprattutto se inutili, e di storie di avvenimenti banali. Nella SEO trovo la perfetta unione fra i freddi numeri e la continua ricerca delle giuste parole per raccontare il mondo.
 
 

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