Link popularity. Una delle cose che probabilmente in un mondo perfetto non esisterebbero. Mi chiedo anche se google esisterebbe. Quando ho deciso di sviluppare servizi legati a progetti web che per le piccole e medie imprese includono anche l’ottimizzazione del posizionamento ho approcciato il tema con una filosofia di base: se hai contenuti buoni, otterrai buoni link. Questo semplice assunto si conferma verosimile ma in un periodo talmente lungo della vita di un progetto web che il cliente non potrebbe mai sopportare. Per questo motivo sono nate e si sono evolute diverse tecniche di posizionamento che, con mio stupore, includono ancora oggi la link popularity tra i fattori più importanti nel posizionamento di un sito. Ne parla Rand Fishkin in questa presentazione (tactics to maximize SEO opportunity) di cui mi stupiscono i solo 20 like (eh…le nuove metriche..) ma che di certo deve fare da giusta guida per chi opera nel digital marketing.
Noi di MarketingArena ci sentivamo debolucci, per questo motivo abbiamo organizzato una giornata dedicata alla formazione specifica sul tema, gestita da uno dei più grandi esperti italiani. Ho portato a casa diverse nozioni riassunte nella piramide, bruttina, che apre questo post:
- Ho capito che esiste un livello di base nello sviluppo della link popularity che si sostanzia in attività di submission a basso valore aggiunto utili per costruire una base di link che preservi il nostro progetto dal rischio di una crescita innaturale agli occhi del motore
- Ho capito che esiste un secondo livello, più dinamico, in cui con attività continuative di article marketing si spinge il posizionamento di determinate parole chiave nel tempo
- Ho capito che esiste una terza dimensione più strategica in cui i link “me li devo guadagnare” che si sviluppa con attività di PR pure, ovviamente centrate sugli influencers più a target
Non mi ha colpito tanto la tecnica, siamo tutto sommato di fronte ad attività per 2/3 meccaniche e time spending, ciò che mi ha impressionato è quanto una componente di questo tipo, se ben implementata, può fare la differenza in un progetto completo, e magari nella soddisfazione del cliente finale. Anche a livello formativo è chiaro che approfondimenti così specifici, che senza vergogna mi rivenderò ai master, si possono imparare solo con una giornata di studio condiviso e “learning by doing”. Una competenza in più, ma soprattutto un’attività che ritenevo marginale e invece sembra ancora molto in auge, e sembra lo sarà sempre più in futuro. Noi ci siamo.