Novembre scorso ci ha visti ospiti di “Social Media Strategies” a Rimini, arrivato ormai alla sua 7° edizione. La due giorni di evento, con focus sui social media e temi caldi del web marketing, ci ha visto partecipare in qualità di media partner con gli interventi di Giorgio Soffiato, Managing Director e Alberto Collet, Head of Strategy.
Entrando nel vivo, sono state quattro le tematiche chiave portate sul palco: advertising, analisi, brand strategy e creatività.
Giorgio ha incentrato il suo speech sui cambiamenti e sull’evoluzione del content marketing ai tempi del digitale e della necessità – sempre più impellente – di iniziare a considerare non solo KPIs di comunicazione, ma anche di marketing a tutto tondo. L’advertising sta diventando sempre più centrale e, per questo, il content manager moderno deve prendere coscienza di questo valore ed applicarlo in contesti strutturati di lead generation e mercati, non solo a livello nazionale e B2C.
Albert Collet ha approfondito il tema dell’evoluzione e trasformazione della customer journey: i comportamenti di acquisto degli utenti risultano essere sempre più imprevedibili, frammentati e non lineari. Proprio per questo, è tempo di ripensare al tanto osannato modello del funnel e riprogettare, in particolare, i punti di contatto degli utenti. Questo argomento è stato alla base dei ragionamenti che ha sviscerato nell’articolo “Capire i percorsi d’acquisto” nel nostro magazine Krang.
Tra tutti gli speech seguiti, tema ricorrente è stato il podcast e il suo ruolo nelle strategie di social media marketing aziendale e di personal branding.
I podcast sono un punto di informazione ideale per connettersi con il proprio pubblico, creare una community interessata e profilata ed interagire con un network di persone che condividono gli stessi interessi e passioni.
Naturalmente, anche la distribuzione di questo tipo di contenuti “audible” richiede una strategia e una conoscenza degli strumenti a disposizione.
Non si possono, ad esempio, applicare le stesse regole utilizzate per Youtube, canale perfetto per contenuti di intrattenimento ma che differisce enormemente dalle logiche delle digital radio o di Spotify, che mette invece in risalto il “racconto orale” – storie pensate per una generazione digitale: approfondimenti, reportage, self help, lingue straniere.
Con i podcast l’autore può esprimere la propria opinione su determinati temi, eliminando ogni tipo di filtro, e creare un legame diretto con il proprio interlocutore. Questo nuovo formato audio, non prevede competenze tecniche particolari: è davvero sufficiente dotarsi di un buon microfono e di una buona storia!
Un vantaggio da parte dell’utente è che questo formato è facilmente rintracciabile e fruibile da qualsiasi piattaforma, free o on demand, e che dà la possibilità di creare una libreria personale in cui contenere i le tracce più stimolanti ed in linea con i propri interessi.
E per la promozione?
L’argomento al momento è ancora abbastanza fumoso e le statistiche incerte e non ancora del tutto verificate. Per il momento le app più utilizzate sono Apple Podcast e Spotify, che sono gratuiti fino al raggiungimento di dato numero di ascoltatori/followers.
I podcast sono sicuramente un new media destinato ad avere lunga vita, come indicano i dati degli ascoltatori: ne fruiscono persone tra i 20 e i 45 anni, che sono alla ricerca di un prodotto leggero e dinamico e che li intrattenga nei “tempi morti”, come quelli destinati agli spostamenti sui mezzi pubblici, o semplicemente funga da alternativa al caro e vecchio libro.
Articolo di Lisa Banzi e Marta Albertin