Sono stato molto colpito da un articolo di KTTB Blog in merito allo sciopero in McCann Erickson che fa seguito al licenziamento di 4 dipendenti dell’azienda.. Non capita molto spesso di vedere uno sciopero nel mondo della comunicazione ma è piuttosto diffusa la sensazione che non tutto vada per il meglio. Il lamento del mio amico luca su facebook “sia maledetto quell’orribile giorno sciagurato in cui mi sono iscritto alla fottutissima laurea in scienze della comunicazione“, ha raccolto 16 “mi piace” ed altrettanti commenti, quasi il 5% dei suoi amici, cosa pensare? Voglio andare piacevolmente contro corrente:
– se il mercato italiano non ha bisogno di comunicatori evitiamo di orientare i ragazzi a queste università
– se invece questo mercato ne ha bisogno, come credo, prendiamo atto che non è formando “un acculturato gestore di contenuti, conscio dell’importanza della creatività, con nozioni di pubblicità e marketing” che si fa il bene del mercato, servono percorsi specifici perchè oggi la realtà è che trovano lavoro i grafici, gli strategic planner, i consulenti bravi a portare valore vero, gli sviluppatori, ma non generici comunicatori preparati a tutto ma non pronti a niente.
Il primo problema, quindi, sta nella scarsa operatività della formazione nel marketing e comunicazione, troppe parole e troppo poca vita d’agenzia, agenzia dove anche gli stage stanno diventando drogati perchè chi lavora non ha tempo di insegnare ma al tempo stesso gli stagisti servono come il pane perchè il lavoro di manovalanza (data mining, data entry, contenuti) è fondamentale.. ha ben fotografato la realtà proprio kttb blog cui rubo la conclusione:
Qualunque professionista operi nel nostro settore deve battersi, nel suo piccolo o nel suo grande, dicendo no a tutte quelle situazioni che possono concorrere a minare ulteriormente il nostro settore.
Mi riferisco alle gare non remunerate, alla mancata applicazione di qualunque tariffario, al fenomeno degli stagisti ad libitum non pagati.
Non parlo di un “cartello”, ma dovrebbe essere evidente a tutti che vendere un radiocomunicato a 100 euro, o una campagna integrata a 10 mila, è una follia.
Sono manovre che posso comprendere in un giovane agli inizi, non in una delle prime 10 agenzie d’Italia.
Continuare ad adeguarci a questa politica commerciale significa essere complici e conniventi con tutte le conseguenze.
La seconda realtà quindi, sta nel mercato drogato al ribasso, un mercato in cui tutti sono comunicatori e le aziende non sanno a chi si rivolgono, mantenendo comunque come discriminante di scelta il prezzo.
La mia risposta quindi è che la comunicazione sta male, sta male perchè non ha trovato una sua collocazione, perchè legalmente non esiste un albo di questi professionisti ed ho riso quando il commercialista non ha saputo dove inserirmi tra le categorie, sta male perchè le aziende non ne comprendono il valore e forse, diciamocelo, perchè in passato di questa ignoranza si è approfittato un pò troppo.. La realtà però è che il malato è bellissimo, facciamo un bel lavoro e siamo fortunati a farlo, senza un punto di incontro però non si va lontano, con questo post do piena adesione alle parole di kttb.. urge fare squadra