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Un’Italia senza capitali culturali

Oggi sempre più frequentemente si sente parlare di città come Berlino, Londra, Francoforte, Pechino, Rio De Janeiro, Barcellona e tantissime altre… come le nuove capitali della tendenza, della cultura, del mondo dei giovani, dell’arte…esse fungono sempre di più come grandi poli attrattivi di spazi sociali innovativi e rivoluzionari…
Molte nazioni stanno investendo molto su questo, ed alcune di esse hanno ottenuto, a parere personale, risultati incredibili su tutti i fronti, anche quelli meno prevedibili, ottenendo non solo luoghi fungenti da potente attrattiva per il turismo ma anche nuovi spazi di consumo dove poter studiare proprio quel nuovo consumatore intelligente, quel turista che non si accontenta più della storicità che il territorio nasconde in sé, ma che desidera interagire, per un motivo o per un altro, con il sito che va visitare, si vuole divertire interloquendo con elementi spesso per lui nuovi come l’arte, la letteratura, il teatro, il cinema, la vita stessa dei popoli che lo ospitano e quella di tutti coloro, che come lui, desiderano mettere in gioco il proprio stile di vita anche negli ambiti turistici, divertendosi e al contempo apprendendo nuove idee e nuovi idealismi.
Quello che ho detto finora è probabilmente risaputo e, per molte persone, forse addirittura scontato… ma quello che preme la mia coscienza non è tanto esaltare tutti queste nuove capitali dell’innovazione turistica che stanno emergendo fiorenti nella nostra Europa e nel mondo, ma di come l’Italia ancora una volta faccia fatica a capire queste tendenze: la polemica deve essere dura, a mio parere, perché non possiamo accontentarci di Milano come polo innovativo per moda e design, non possiamo sottovalutare le radici storiche del nostro bel paese… ogni singola città, ogni singolo comune potrebbe rappresentare una base di partenza, e soltanto grazie alle proprie radici; e se pensiamo a quei luoghi più belli del mondo come Firenze, Venezia, Genova, Torino,…e tutti i capoluoghi italiani, non possiamo sperare di vivere per sempre con un turismo che viene qui soltanto per vedere quello che hanno gia visto tutti: il potenziale sfruttabile, in termini culturali, di queste città è, secondo me, elevatissimo; purtroppo, però, quello che noi, Italia, facciamo è vivere di rendita, senza investire in nuovi poli attraenti o nell’evoluzione delle metropoli, perché tanto i turisti vengono lo stesso…questo è sbagliato…questo è sprecare…noi non avremmo il bisogno che ha Barcellona o Rio De Janeiro di investire quasi in toto…
Vi è da segnalare, tuttavia, la presenza di alcune tendenze…da una parte vi è da precisare che alcune città come Genova (per la cultura) e Torino (arte contemporanea) si stanno movimentando per i giovani e per la cultura, ma siamo ancora molto lontani dalla fama delle mete Europee…da un altro lato, tra le piccole città, stanno nascendo dei percorsi enogastronomici molto interessanti, che hanno saputo sfruttare la cultura del vino, della cucina italiana, dei valori e delle tradizioni di ogni regione e di ogni paese…ma la strada verso la multiculturalità è ancora molto, molto, lunga…

Stefano Guerra per Marketing arena

 
 
 
 

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