Uno stimolo è un suggerimento, due una sfida. Nella giornata di ieri, in due contesti totalmente diversi (formazione il primo, incontro di lavoro il secondo), sono stato interpellato sul tema delle competenze, ed in particolare su una domanda vecchia come il web: quanto bisogna saperne di codice per ottenere un buon progetto web?. Risposta: anche niente, o quasi.
Il web marketing oggi si compone di competenze eterogenee e trasversali, non è detto che il miglior sviluppatore ruby-on-rails sappia di grafica cosi come un esperto di effetti grafici non è chiamato a sapere di SEO. Nella mia esperienza più vicina al coordinamento di queste figure che allo sviluppo di una competenza operativa specifica e verticale ho notato tre variabili che vanno considerate quando si lavora ad un progetto web:
- Presenza di un PM: c’è una grande differenza tra assumere una persona che prende, anche temporaneamente, le redini di un progetto traghettando gli astanti in acque serene e affidare questo compito ad una delle parti in causa. Il project manager può lavorare con suite software molto basiche, non per forza definite o standardizzate (anche se è auspicabile saper fare un gantt) ma deve avere le competenze per comprendere chi è il responsabile di una determinata azione e chi va chiamato per quell’implementazione o miglioria
- La fiducia del cliente conta almeno il 50%: non sempre le dinamiche aziendali permettono di “mandare a quel paese” un cliente, ed a volte si finisce per fare una cosa tappandosi naso, orecchie e bocca. Un grafico, un SEO, uno sviluppatore, sono prima di tutto consulenti nel loro settore, non possono essere ridotti a meri esecutori. Quando questo accade perché le redini le prende il cliente, il progetto va alla deriva, con o senza PM. La forza di dire di no è una delle più grandi abilità che contraddistinguono un esperto di web marketing oggi
- I nerd hanno ragione, ma i pr fanno i soldi: so che questa è un’affermazione forte che in parte sconfessa quanto detto al punto due, ma non del tutto. La soluzione migliore a livello tecnico rischia di rimanere in un cassetto per problemi di tempi, budget o interlocutori. E non è sempre detto che “gli smanettoni” che arrivano primi sulle metriche assolute siano anche i primi sulle metriche relative. Cosa significa? Purtroppo il mondo perfetto del conversionatore non è ancora disponibile, spesso ai clienti non interessa la macchina che va più forte, ma quella che sembra andare più forte, sulla base di metriche basiche (quanti fan ho?) più che avanzate (chi sono quei fan?). Fino a quando non sdoganeremo le metriche perfette il web sarà un mix di competenze tecniche e accompagnamento alla qualità
Non vorrei che questo mio articolo apparisse come una resa alla via più breve, non lo è. Di certo però ho capito sulla mia pelle che i marketing nerds bisogna meritarseli, spesso è meglio saper trattare in vari contesti con vari tipi di clienti e conoscere una riga di codice in meno piuttosto che avere una conoscenza totale del contesto e dei linguaggi di sviluppo arenandosi poi sul “non si può fare perché non è giusto farlo cosi”. Ho capito che esistono almeno tre tipi di clienti: quelli che capiscono, quelli che non capiscono ma capiranno, quelli che non capiranno mai. Il terzo insieme, purtroppo assolutamente non vuoto, merita un approccio “da esecutore”. E nulla più.
E l’html? Un web marketer deve essere curioso, e visto che anche per tenere un blog è utile sapere di codice di certo qualche nozione male non fa, ciò che voglio dire è che l’abilità di coordinare persone e comprendere fenomeni, analizzare e presentare case history e sviluppare report di analisi è a tutti gli effetti un mestiere, anche se non sai buttare su un sito con joomla.. Quando avremo capito che il project management nel web marketing è una competenza vera, avremo fatto un piccolo ma significativo passo avanti.