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Snakes on a plane


Snakes on a plane. “serpenti su un aereo”. (Non non sono rincretinito. Non ancora. Si, insomma, non del tutto!). Non è l’ennesima leggenda metropolitana. È semplicemente il titolo di un film. Uno di quelli “di serie B con una trama ridicola, un titolo ancora più ridicolo e, a parte Samuel L. Jackson [ndr. Il sicario nero di Pulp Fiction] un cast di perfetti semisconosciuti. E allora perché il film più sgangherato dell’anno è diventato anche il film più chiacchierato e celebre dell’anno?” (XL di ottobre 2006).
Semplice: Internet!!!
“ma se a questo punto, state pensando che si tratti dell’ennesima bufala pubblicitaria, in stile Blair Witch Project, vi sbagliate. Quello che è successo con SOAP è davvero uno dei più inediti e bizzarri fenomeni culturali visti negli ultimi anni: un genuino entusiasmo che ha preso la forma di una colossale campagna di marketing spontaneo” (
XL di ottobre 2006).
Il movimento ha preso proporzioni assurde, negli USA è un fenomeno di massa:
· Blog: poster, foto, poesie, canzoni
· Finti trailer à andate su youtbe.com e myspace.com e ve ne renderete conto
· Magliette non ufficiali (i produttori hanno pensato bene di NON invocare una violazione del marchio)


In realtà il marketing è stato fondamentale: geniale la trovata per la quale questa sarà ricordata come la prima pellicola “su richiesta” della storia del cinema. Quelli della casa di produzione “quando si sono resi conto che a entusiasmare la blogosfera non era tanto il film che avrebbero visto, ma quello che avrebbero voluto vedere, hanno deciso di seguire i loro (ndr: i fan…e ve lo sto a spiegare?!)) suggerimenti. Durante la lavorazione il regista D. R. Ellis visitava i siti dei fan specie snakesonablog.com, considerata la bibbia on line del fenomeno, alla ricerca di idee. “I’m tired of these motherfucking snakes on this motherfucking plane (sono stanco di questi sfottuti serpenti su questo fottutissimo aereo) è già un’espressione cult negli States, un modo di dire un po’ più colorito di “cose che capitano” o “c’est la vie”, oltre che la prima battuta di un film di Hollywood inserita su esplicita richiesta dei futuri spettatori. (ndr XL…si… sempre di ottobre 2006).

 
 
AUTORE

Gianluca Marconato

 
 

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