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Quando il (giovane) consulente vacilla

Oggi ho ricevuto la segnalazione da parte di un amico per un concorso statale, 36 ore la settimana ed inquadramento d1, in soldoni 1646 euro al mese, come si dice da queste parti “caldo d’inverno, fresco d’estate”, lavoro d’ufficio. Sono stato il primo a sorprendermi per non aver immediatamente scartato l’idea, adducendo le solite 3 motivazioni:

    non è stimolante

    ti annulla

    non ti permette di crescere / creare qualcosa

sarà che la crisi induce un protezionismo personale senza precedenti, ma questa volta ho seriamente pensato di ragionare sulla cosa valutando la possibilità di fare domanda.. perché? Sarà forse che fare impresa è molto complesso per i giovani? Sarà che i lavori interessanti e stimolanti sono comunque complessi e “precari”? La domanda è la seguente.. di fronte ad un ottimo contratto a tempo indeterminato vale la pena di mettere tutto in gioco e cercare di fare impresa e lavorare su quel capitalismo personale che da tempo spingiamo come nostro credo? La risposta è ancora si, almeno per me, ma la pessima sensazione è che la certezza di tale risposta comincia a vacillare…..condividete?

 
 
AUTORE

Giorgio Soffiato

Markettaro per passione, dal 1983. Mente creativa e progettuale dell'azienda, fa chilometri e supera ostacoli in nome della rivoluzione arancione chiamata Marketing Arena. Cavallo Pazzo.
 
 

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