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Prada si mette il Kimono

Prada Spa è una delle case di moda che fanno vanto al settore dell’abbigliamento italiano in tutto il mond; i conti economici sottolineano la solidità del gruppo: il risultato operativo nel 2006 è salito a 156 milioni di euro a fronte dei 99 milioni di euro dell’ esercizio precedente, con un miglioramento del 57%.

Quello che si vuole sottolineare è l’impegno dell’azienda nel coinvolgere artisti e designer intorno a tematiche universali poi rispecchiate nelle collezioni, amate in tutto il mondo per la loro capacità evocativa di uno stile italiano semplice, raffinato ed elegante. Da sempre Prada si è impegnata nella ricerca dei materiali e nell’innovazione di prodotto, il primo grande successo arrivò proprio grazie alla creatività nell’uso innovativo dei materiali, che le fece lanciare nel 1985 una linea semplice e moderna di borse di un nero lucido realizzate con il nylon dei paracadute. Negli anni comunque non ha mai smesso di innovare, cercando di differenziarsi dalle altre case di moda proponendo sempre uno stile ricercato e all’avanguardia pur mantenendo l’essenzialità delle forme alla ricerca di un sapiente mix di retrò e avanguardia.

Di questi giorni è l’annuncio di spingersi ancora oltre, abbandonare il rimando alla cultura borghese e all’essenzialità delle forme per calarsi nell’immaginario femminile dei Paesi emergenti. A questo momento di passaggio e di decadenza Miuccia decide di rispondere con fantasie vistose, cancellando il minimal e scatenando la creatività.

Cerca così di tradurre con una favola estetica fatta di fumetti che guardano a Oriente l’ossessione delle donne per il sexy; lo fa evitando scontate scollature e spacchi e giocando con abiti molli segnando una rottura con il cliché che la vedeva usare soltanto tessuti rigidi. Persino le cuciture delle calze diventano svirgolate, ideali per chi ha le gambe storte come tante giapponesi fashion victim.
Due le lezioni importanti da cogliere da questo gigante del lusso Made in Italy:

– diviene sempre più cruciale, alla luce dell’economia globalizzata in cui viviamo, aprirsi a nuove realtà e a culture diverse della nostra in uno scambio reciproco

– importante usare la creatività per rielaborare i valori da cui si parte, mantenendo quanto di buono il passato ci lascia ma guardando costantemente al nuovo e al futuro.

«Tutto è vecchio, bisogna rompere gli schemi. D’ora in poi le collezioni non avranno stagioni, proporremmo ai negozi una serie di pacchetti, come spot continui. Questo significa sfornare senza sosta idee nuove»…e se lo dice Miuccia…

Ilaria Paparella

 
 
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Ilaria Paparella

 
 

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