In particolare più volte abbiamo sottolineato come una possibile strada per avvicinare la miriade delle piccole imprese alle tematiche del marketing sia rappresentata dalla rete per uno svariato numero di motivi (abbattimento dei costi, allargare il bacino di utenza, aumentare la visibilità, ecc.).
Ora non intendo divulgarmi su tali aspetti in quanto, se pur interessanti, si è gia detto fin troppo, ma piuttosto cercare di capire quante PMI abbiano effettivamente sfruttato le opportunità offerte dal web.
Nel far ciò ho condotto una piccola ricerca, che sicuramente non può essere considerata rappresentativa e sulla quale tanto meno si può generalizzare, ma può rappresentare sicuramente un ottimo punto di riflessione.
La domanda che mi sono inizialmente posto è: Su un comune di piccola dimensione quante imprese insediate nello spazio urbano hanno optato per la costruzione di un sito internet?
Nel rispondermi ho innanzitutto individuato un piccolo comune da analizzare: Codevigo (comune di 5.987 abitanti della Provincia di Padova) e successivamente identificato il numero di imprese che in tale territorio vi opera. Tuttavia, vista la difficoltà ad accedere agli archivi comunali, ho limitato l’analisi alle aziende appartenenti al solo settore secondario e il dato che ne risulta è di 13 imprese attive.
Il passo successivo è stato quello di immettere il nome di ogni impresa in un motore di ricerca per verificare quante di esse fossero dotate di un proprio sito internet.
Il dato finale che ne emerso è che meno della metà delle aziende possiede un sito (6 aziende su 13).
Analizzando poi più dettagliatamente i singoli siti ho notato un dato sicuramente positivo per le aziende che operano nel B2B, ossia una sessione del sito in lingua inglese, indispensabile per chi vuole allargare il proprio mercato e competere a livello “globale”.
Tuttavia però, quasi tutti i siti, si caratterizzano per essere poveri di contenuti, basati su una struttura molto elementare del tipo “chi siamo”, “cosa facciamo” e “dove siamo”; sembrano in altre parole rispondere perfettamente a quello che è il pensiero di fondo di molti piccoli imprenditori: “il sito lo faccio perché ce l’hanno tutti, ma non ne intravedo l’utilità”.
Quello dunque che è emerso da questa “mini-ricerca” mi porta a dedurre che siamo ancora molto lontani dalla diffusione di una mentalità “internet oriented” nella miriade di PMI che presidiano il nostro territorio e che forse tutti i discorsi e le teorie che in merito si sono sviluppate non servono a molto se non sono accompagnate da un maggior dialogo da parte di esperti nei confronti dei piccoli imprenditori, dalla ricerca di un linguaggio comune che faccia capire realmente le potenzialità della rete. È inutile, secondo il mio modesto parere, parlare di CRM, contatti, posizionamento su web e tanto altro; sono tutte terminologie che un piccolo imprenditore non conosce e non capisce. Ecco che allora il primo passo che si deve compiere è educarlo attraverso un linguaggio condiviso e solo dopo passare realmente ai fatti.
Thomas Longo