Ho sempre avuto la netta convinzione che l’utilità di un post sia inversamente proporzionale alla distanza di scrittura dello stesso dall’evento in questione. In rete, dopo 10 ore tutto è già stato scritto e tu non servi più. Ed ormai possiamo osservare dinamiche molto simili dalla morte di un personaggio famoso alla strage terroristica, alla pubblicazione di VeryBello o Italia.it:
- Lo sdegno
- Il contro sdegno contro chi si sdegna sempre
- La normalizzazione del fenomeno
Solitamente evito accuratamente queste polemiche, c’è troppo da leggere e troppa gente brava che ne parla per poter dire qualcosa di intelligente. Quando si parla di 5 milioni di euro è palese che i grandi player si emozionino, chiedendosi “perché non hanno scelto me”. Il link che propongo per comprendere non è infatti quello dei tanti sdegnati autorevoli, ma la penna sagace di Robi Veltroni. Qui c’è tutto, non servirà un post di Marketing Arena. Non ci interessa il portale lato SEO, non ci interessa l’infinite scroll o il fatto che probabilmente qualsiasi web agency può mettere su quel sito in due nottate, con annesse pizze e birre.
È un problema di sistema, ed io sinceramente sono un po’ stanco di credere e far finta di approvare l’innovazione dal basso, la politica che “la fa annusare” all’ecosistema dell’innovazione e poi va a letto coi funzionari, con gli amici degli amici, coi fornitori consolidati. Iddio, twittano come gli ossessi e non mancano alle foto di rito alla fine del bootcamp, dell’hackaton e del disruptive stacippa event, poi però la parola scaricare a terra fa paura a tutti. Ho tre domande:
- Perché non è stata proposta una gara a tutti i professionisti della comunicazione per questo progetto, con una prima scrematura on line trasparente, una giuria esperta e solo dopo, un percorso di scelta di fronte ai ministri, dell’idea più interessante?
- Perché non abbiamo deciso di non spendere questi soldi pubblici facendo un cambio merce win win? Venite a Marketing Arena a chiedere se è interessata a sviluppare gratuitamente verybello.. Si! (a patto di non usare quel nome da vomito), ed è si non perché siamo disposti a mortificare il nostro lavoro, ma perché facciamo “a cambio” con un vantaggio di comunicazione che altrimenti non avremmo
- Perché non ci rivolgiamo a chi, nel bene o nel male, è comunque un player di riferimento nel digitale turistico e culturale (penso a BTO) per coordinare questo progetto?
Questo post non è scritto da un professionista della comunicazione. Non siamo interessati a sviluppare VeryBello e i suoi fratelli, non è nel nostro piano industriale. È scritto da un cittadino indignato che tace dove non sa, ma parla dove conosce. Quello non è un progetto di cui vantarsi. Io credo però che l’unico modo sia fare, e qui vengono l’invidia e l’accidia a far saltare il palco. Una volta l’anno, di fronte a porcate di tali dimensioni, dovrebbero incontrarsi i professionisti di questo mestiere e dire “bene, ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo preso il tuo obiettivo e abbiamo fatto una cosa degna, la firmiamo in 15 e te la regaliamo, perché noi amiamo il nostro paese e tu hai fatto una vaccata”. Ma non succederà perché a noi piace grattare 200 visite sul nostro post e poi sedere accanto al fiume in attesa del prossimo cadavere.
È un peccato perché abbiamo belle teste, bei progetti e sappiamo fare. I bravi però li vedo sempre relegati a lottare coi budget, i clienti sbagliati etc.. Ogni tanto sarebbe bello fornire dall’alto opportunità interessanti. E non è nemmeno con la comunicazione di facciata che si fa la differenza. Servono meno proclami e momenti disruptive e più roadmap operative, piani e team che per sei mesi si mettono su un progetto e lo portano a casa, mi ha colpito un link condiviso dal mio amico Fabio sulle 55 settimane di progettazione e sviluppo di un’app di successo. Questo è lavorare davvero, fino a che continueremo a galleggiare nella spirale della mediocrità, non sorprendiamoci se fra 4 mesi qualcuno se ne uscirà con pizzaandmandolino.net