Oggi prefestivo, stiamo leggeri.
Il fatto che 5 dei 6 contributors di questo blog giochino ad hattrick può voler dire che:
– siamo malati (malhattrick)
– siamo parte dei 915.000 iscritti ormai impazziti per quello che è in apparenza un gioco on line, in realtà una mania che vede centinaia di migliaia di persone attaccate allo schermo per cercare di acquistare il beniamino di turno.
Eh gia.. hattrick è un gioco manageriale di calcio on line, è gratuito e chiunque può creare una squadra e provare a portarla in serie A. Il gioco è molto carino ma è testuale, ciò significa che le partite sono giocate in realtà vedendo la sola cronaca e non si vedono mini che corrono o poligoni di gran grafica in stile pro evolution soccer. Ci sono insomma tutte le premesse per un blando successo, una bolla di sapone.. invece no.. hattrick sta assumendo proporzioni eclatanti e anche personaggi famosi o calciatori (Giorgio Chiellini) sono ormai veri e propri maniaci.
Più che esaltare il motore di gioco o l’andamento delle partite appare interessante considerare le potenzialità di business di questa realtà: la cosa imprescindibile per hattrick è la community, esistono diverse conference (forum) frequentatissime in cui gli iscritti si confrontano sulle tematiche più disparate ma.. chi e cosa guadagna da 915.000 anime? e come fa?
Il fondatore è svedese ed è per tutti “ht-Bjorn” e lo spirito del gioco è tutt’altro che di sfruttamento del business anche se, è chiaro, i soldi fanno gola a tutti, soprattutto quando hai un database targetizzato e di proporzioni abnormi (sapendo poi quanto valgono i dati oggi..).
Il modello adottato è chiaro: esiste una versione premium per gli utenti (supporter) che hanno la possibilità di usufruire di maggiori funzionalità (meramente ludiche che però non influiscono sui risultati) e il costo è molto basso (circa 24 euro per un anno o 7 euro per 3 mesi) e poi è possibile acquistare una maglietta che ha un costo di 18 euro.
Sono al momento questi gli unici sfoghi di business del gioco, ma quali possibilita per il futuro?
Da poco sono state introdotte alcune novità: la possibilità di seguire la propira squadra tramite sms e la possibilità di creare un proprio spazio (club house) in cui raccontare tutto della propria squadra per arricchire ulteriormente l’esperienza di gioco. A mio avviso le possibilità di business sarebbero però molto più ampie, per molti la passione per la propria squadra è davvero maniacale e tutti gli utenti vorrebbero una t-shirt con i propri beniamini, credo quindi che puntare sul merchandising e sulla personalizzazione sarebbe cosa piuttosto semplice e decisamente azzeccata. Anche la possibilità di offrire pubblicità all’interno del sito è sfruttata solo in minima parte.
In termini di marketing ciò fa comprendere le potenzialità che ancora oggi le community hanno, che soprattutto se ben disposte dal fatto di godere di qualcosa di gratuito, sono ben disposte a ricambiare magari acquistando una t-shirt o accettando una comunicazione commerciale. Quali altri modi per fidelizzare le comunità e sviluppare il community marketing?
Giorgio Soffiato per marketingarena