Era il lontano Febbraio 2013, quando durante il viaggio verso casa, ha cominciato a frullarmi in testa un’idea: servirebbe proprio un’app per cuccare in treno, continuavo a ripetermi. Naturalmente, dopo un sobrio tentativo di scovare qualcuno con le stesso entusiasmo e qualche ricerca online, mi sono convinto che dopotutto, la mia idea non era così geniale.
Mi sono convinto o mi avevano convinto?
Dopo essere entrato in casa e aver esposto con troppo carisma l’idea a mamma e papà, ho visto le loro facce sconvolte. Successivamente ne ho parlato ad un’amica, che ha subito considerato senza mercato la mia trovata; infine, dopo averne discusso con alcuni amici, di cui non posso riportare i pareri per le troppe volgarità, ho deciso di abbandonare la mia idea. Che siano state le loro opinioni e atteggiamenti, oltre alla mia pigrizia, a farmi perdere quella piccola spinta che ho sentito durante il viaggio?
Leggevo l’altra sera un e-book dal titolo “Entrepreneur Myths: The Startup Reality” e proprio per merito suo ho avuto un’illuminazione: non cedete mai alla tentazione di far intromettere parenti, amici e fidanzate, tra voi e la vostra startup. Sia essa neonata, in procinto di fallire o di conquistare il mondo!
Tutto ciò per alcuni semplici motivi
- Dare peso alle opinioni del vostro compagno o della vostra dolce mamma comporta due tipologie opposte di rischio: da un lato, il parere negativo del vostro lui vi porterà a mettere da parte la vostra idea o a considerare inutile quello che avete già realizzato; d’altra parte, la vostra tenera mamma, potrebbe darvi la spinta giusta per investire sull’errore più colossale della vostra neonata carriera imprenditoriale. Che esperienza hanno loro per giudicare la vostra idea? Saranno del tutto obiettivi quando chiederete il loro parere?
- Non sono loro i vostri clienti. Due sono i pareri che conteranno per il futuro del vostro prodotto, il vostro e quello del vostro mercato. La mia amica non era convinta della possibilità di successo della mia idea per le poche prospettive di mercato che riusciva a intravedere, ma ora capisco cosa avrei dovuto rispondere: “Vuoi rimanere zitella per tutta la vita? Bene, fallo pure! Io invece avrò centinaia di donne sparse per i treni di tutta Italia”. Saranno i vostri parenti a comprare la maggior parte dei vostri prodotti?
- Avete una diversa concezione del rischio. Volete investire nella realizzazione di una vostra idea? Sappiate che questo vi rende differenti rispetto a buona parte della popolazione, che non ha il coraggio di rischiare e di fallire. Il vostro compagno avrebbe le palle per diventare un imprenditore? Se la risposta è no, tornate al punto 1.
- Avete bisogno di persone qualificate. Vi risulta facile pensare di assumere vostro fratello o vostra cugina per gestire le vendite? Vi risulterà altrettanto semplice individuare la ragione del perché, negli ultimi sei mesi, nessuno ha comprato il vostro prodotto! Se non avete persone competenti in famiglia, scordatevi di farle entrare nella vostra startup. Se proprio non potete farne a meno, ponetevi queste domande: riuscirete ad essere sinceri nel giudicare il loro operato? Se ci fosse bisogno di prendere una decisione drastica sul loro futuro all’interno della startup, quanto vi sarà facile farlo?
Ora tocca a voi! Avete mai commesso il fatale errore di assumere un parente o di chiedergli un parere che vi ha rovinati? O siete persone che apprezzano lavorare “in famiglia”? Aspetto le vostre storie!