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Il lavoro del futuro è.. il venditore!

Questa storia parte da Facebook, e parte da una delle attività più frequenti che si fanno su facebook: farsi i cavoli degli altri.
Mi capita molto spesso di ascoltare persone che dicono “Io Facebook non lo uso e non voglio saperne di usarlo” e quando viene chiesto il perché la risposta tipica è: “Non me ne frega niente di farmi gli affari degli altri”. A questo punto il santone che deve dare una risposta senza sembrare quello che si fa i fatti degli altri dice: “No ma neanche a me interessa, io lo uso per tenere i contatti con persone che non posso vedere” o c’è anche chi osteggia un “io devo usarlo per lavoro, sai ho la pagina aziendale”.
Ultimamente quando capita a me di intrattenere una discussione del genere rispondo: “io lo tengo per farmi i cazzi degli altri, e magari imparare qualcosa dai cazzi degli altri”. Quello che sto per raccontare lo dimostra e ci sta proprio a pennello.

Uno degli amici che ho su facebook, un “amico” che credo non mi conosca nemmeno e non so come sia finito tra i miei amici (non ho mai capito cosa mi spinge ad accettare amicizie così a caso), ha pubblicato un aggiornamento molto interessante, tanto che lo cito totalmente:
Il lavoro del futuro è quello del venditore. Peccato che pochi abbiamo voglia davvero di imparare, io metterei l’obbligo nelle scuole di fare corsi di vendita e pnl: vivi meglio, capisci le persone e finisci di lamentarti 😉” (Cit. Alessandro B.).
E mi ha fatto ragionare questa cosa, eccome se mi ha fatto ragionare.

Alessandro ha ragione, il lavoro del venditore è il lavoro del futuro, ma è anche il lavoro del passato e del presente. Esiste da quando esiste la civiltà (prima dell’esistenza della civiltà il lavoro presumo fosse solo quello del “tecnico”) e lo compiamo durante la giornata innumerevoli volte, senza nemmeno renderci conto. Il lavoro del venditore è innato in ciascuno di noi, solo che è assopito e non sempre siamo in grado di saperlo riconoscere ed utilizzare quando serve.

Quando parliamo di calcio con gli amici di una squadra avversaria siamo venditori, quando ci proviamo con una ragazza/o siamo dei venditori, quando parliamo con qualcuno di un’esperienza che abbiamo avuto siamo dei venditori, addirittura quando diciamo a noi stessi che una cosa ci piace o meno siamo dei venditori. Cosa differenzia una situazione dall’altra quindi? La principale differenza è l’oggetto della vendita, che quando parliamo di calcio è la nostra squadra del cuore, quando ci proviamo con una ragazza/o siamo noi stessi, quando parliamo a qualcuno di un’esperienza l’oggetto è l’esperienza stessa, e così via. L’esserne più o meno consapevoli dipende da quanto realmente conosciamo noi stessi, e da quanta familiarità abbiamo con le nostre autoimmagini (le diverse visioni che noi abbiamo di noi stessi in diversi momenti).

La consapevolezza del fatto che nella maggior parte delle nostre attività quotidiane cerchiamo di vendere qualcosa, ci permette di selezionare la migliore autoimmagine di noi e poterla utilizzare quando abbiamo bisogno di utilizzarla in un campo nel quale ancora non l’abbiamo applicata, ampliando lo spettro della nostra zona di comfort.
Ed ecco che tocco anche la seconda parte dell’aggiornamento di stato di Alessandro: La PNL (Programmazione Neuro Linguistica) dovrebbero insegnarla a scuola. Non dico alle elementari, ma un corso universitario di PNL sarebbe l’ideale per imparare ad ascoltare noi stessi, gli altri e capire cosa realmente ci accade attorno per tutta la vita.

Per concludere quindi, il venditore prima di essere un lavoro è una parte della nostra personalità che (più o meno marcata) esiste, e esserne coscienti ci permetterebbe davvero di trarne dei benefici (non per forza economici). Perché il lavoro del futuro? Perché se il nostro “essere venditore” deriva da una conoscenza profonda di noi stessi e dell’ambiente che ci circonda non può che essere un venditore capace di rendere il mondo un luogo migliore per tutti: un venditore 2.0 a tutti gli effetti, di quelli che se ne vedono (davvero) pochi in giro.

Ma io sono solo un markettaro e di certo non posso cambiare il mondo con un post in un blog. Per ora intanto vi ho portato a leggere fino a qui, e vi ho “venduto” questo post.
Come vedete, farsi i fatti degli altri paga, ogni tanto.

 
 
AUTORE

Marco Papa

Se devo riassumermi in 4 parole, queste sarebbero: sognatore, preciso, diplomatico e free thinker. Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, appena conclusa la laurea in Marketing e Comunicazione nel 2012 ho deciso di vivere e lavorare a Singapore, a circa 14000 Km dalla mia città natale, Asolo. Appassionato di musica anni ’80 e di Star Wars, adoro allenarmi in palestra, fare Longboarding e Dragon Boat. Rileggete due volte l’ultima parola, non vorrei fraintendeste.
 
 

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