Cari lettori, questa settimana vi propongo un’intervista diversa dal solito. Vediamo sempre un sacco di gente laurearsi anche con ottimi voti, ma poi? Vi siete mai chiesti in concreto che succede non appena lasciano il mondo universitario? Quale futuro li attende?
Ho il piacere di avere con Noi Alessandro Battaglia ex-studente Ca’ Foscari, laureato lo scorso anno in Marketing e Comunicazione con 110 e lode che ci parlerà della sua esperienza da neo-laureato nel mondo del lavoro.
1) Ciao Alessandro, ci vorresti spiegare qual è stato l’argomento della tua tesi di laurea?
La mia tesi di laurea è stata incentrata sul marketing esperienziale, a partire da una rassegna delle teorie fino alle opportunità applicative, con particolare riferimento al mondo della moda.
2) La tua tesi sul Marketing esperienziale: ti ha portato fortuna?
Più che fortuna, direi che la tesi mi ha aiutato a osservare nel concreto quanto le imprese a livello internazionale stiano facendo per arricchire e intensificare ogni relazione che intrattengono con la propria clientela, in un contesto di mercato particolarmente competitivo, in cui ogni minimo errore rischia di essere pagato a caro prezzo.
3) Come ti sei sentito dopo aver finito il tuo percorso universitario? Quali erano le tue aspettative come neo-laureato?
Sinceramente avevo una gran voglia di effettuare un’esperienza di lavoro o stage all’estero, senza escludere un’eventuale conseguente permanenza “lontano da casa”. Per questo ho colto al volo una possibilità offerta dall’università e ho trascorso quasi sei mesi in Australia. Le difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro australiano mi hanno poi convinto a fare rientro in Italia.
4) Ora di che cosa ti occupi? È stato difficile entrare in questa nuova realtà? Ti piace quello che stai facendo?
Ad un mese dal rientro ho trovato lavoro presso la filiale italiana di un gruppo tedesco leader in Europa nell’online gaming. Sono junior product manager, mi occupo del monitoraggio di tutte le iniziative legate ai prodotti gestiti e al lancio di nuovi prodotti, con la redazione della corrispondente reportistica. L’ambiente di lavoro è giovane e stimolante, le responsabilità non mancano, quindi ci sono tutte le condizioni più propizie per crescere. Non posso che dirmi soddisfatto, anche se so di essere stato molto fortunato. Non lo dico perché non credo di meritare ciò che ho trovato, ma in quanto ci sono molte persone valide ancora a spasso…
5) Continui a sentire i tuoi ex-colleghi dell’Uni. Di quelli che si sono laureati puoi dirci se in generale sono riusciti a trovare un impiego altrettanto soddisfacente?
Dipende da cosa si intende per soddisfacente. Se si lega la soddisfazione a quelle che potrebbero essere le aspirazioni personali (che tendenzialmente dovrebbero coincidere con quanto studiato negli anni), in generale una buona percentuale ha trovato un impiego confacente a quanto appreso negli anni universitari, sia pur con qualche sacrificio iniziale. Se si lega invece la soddisfazione a criteri economici, è molto più difficile essere soddisfatti, considerato che gli ingressi in azienda dei neolaureati oggi avvengono principalmente attraverso stage e si è verificato negli ultimi tempi un appiattimento verso il basso dei rimborsi spese ad essi connessi.
6) Abbiamo fatto una bella chiacchierata, e ci siamo fatti un’idea di quello che ci potrebbe aspettare non appena usciremo dal mondo dei studenti. Cosa credi che l’università ti abbia dato in questi anni e cosa invece non sia stata carente?
L’università mi ha dato tantissimo, sia come terreno di acquisizione di conoscenze che come area di confronto e di dialogo. Secondo me, pecca ancora nello stimolare e nel valorizzare quelli che possono essere gli spunti creativi e le capacità di ragionamento dello studente, che non dovrebbero emergere solamente nei lavori di gruppo (fondamentali a mio avviso), ma soprattutto in sede di verifica delle conoscenze acquisite. Ancora troppi esami si configurano come meri esercizi mnemonici, precludendo le possibilità di valorizzare altre capacità.
Luca
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