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Cities Gamification: verso la Playable City

Oggi si fa a gara per inventarsi idee e progettare strumenti che migliorino la qualità della vita in città, che rendano lo spazio urbano più sostenibile, che facilitino la quotidianità delle persone. Tutto per la creazione della Smart City, una città talmente “intelligente” che, grazie anche all’uso delle nuove tecnologie, viene fruita semplicemente.

Cosa ne dite, invece, di pensare a una città che sia anche divertente, che ci permetta di trascorrere tempo piacevole ovunque, anche alla fermata dell’autobus? Cosa ne pensate di una città che rompa, una volta per tutte, la monotonia del grigiore invernale e che ci allontani dall’incubo dell’afa estiva?

Per tutto questo, e come contrappunto alla Smart City, è stata coniata l’espressione Playable City: l’idea di uno spazio urbano dove persone, ospitalità e apertura sono le chiavi che rendono in grado residenti e visitatori di riconfigurare, di dare nuovo senso a servizi, luoghi e storie urbane. Una città dove è permesso divertirsi in pubblico e dove il divertimento è frutto dall’arredo urbano presente. Senza cambiare nulla.

Nasce così il Premio Playable City, premio internazionale con l’obiettivo di sfidare i creativi di tutto il mondo per realizzare qualcosa di meraviglioso, grazie alle nuove tecnologie applicate alle infrastrutture urbane, per rendere Bristol (la città su cui “lavorare”) uno spazio decisamente giocoso.

Tra le 93 app inviate, la vincitrice (della prima edizione 2013) è stata Hello Lamp Post!. Di per sé l’idea non è complessa, ma va al di fuori di ogni nostro schema mentale.

Cosa mi rispondereste se vi dicessi che da oggi potete parlare con lampioni, fermate degli autobus, cassette postali e tutto l’arredo urbano in generale? Sicuramente che sono impazzita, fino a quando non vi troverete di fronte all’effettiva realizzazione di tale possibilità e dovrete scusarvi!

L’app si basa sul codice identificativo con cui è registrato ogni oggetto urbano a Bristol. Il tutto sta nel mandare un sms a un apposito numero, con il testo “Hello + il nome dell’oggetto + il suo codice identificativo + la vostra frase/domanda”. Tempestivamente, avrete un sms di risposta. Come?
Le risposte vengono scelte in un database creato attraverso l’inserimento di una serie di domande e frasi che aumentano, di volta in volta, con la memorizzazione delle nuove interazioni fatte dagli utenti.

No, no… non sto parlando di intelligenza artificiale, ma di un “normale” Wizard of Oz Experiment: un esperimento di ricerca in cui le persone interagiscono con un sistema computerizzato credendo che esso sia autonomo, quando invece è totalmente o parzialmente gestito da un essere umano.

Cosa dite? Potrebbe essere una buona soluzione per migliorare la nostra esperienza cittadina?

Hello Lamp Post from PAN Studio on Vimeo.

 
 
AUTORE

Gloria Neri

Laureata in semiotica, passato da Communication manager, presente da Digital Project Manager.
 
 

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