Nel post precedente ho cercato, attraverso l’analisi incrociata di testi e riflessioni personali, di inquadrare la moltiplicazione delle startup nel contesto sociale, in relazione alla crisi economica e soprattutto alla terza rivoluzione industriale. Oggi voglio portarvi alcuni esempi di start-up e organizzazioni che, ciascuna in modo differente, sta provando a migliorare un piccolo, grande, aspetto del vivere quotidiano. Mashable sta sottolineando realtà di questo tipo nella rubrica The World at Work, riportando alcuni casi di imprese e organizzazioni che stanno lavorando per avere un impatto positivo sulla società e sul globo terrestre attraverso l’utilizzo di risorse tecnologiche e comunicative.
Tra i vari esempi ne ho raccolti cinque, vediamo assieme di cosa si occupano.
1. Re: Char
E’ un’organizzazione sociale for profit che ha avuto l’idea di utilizzare rifiuti organici per creare una tipologia di carbone, biochar, da utilizzare come fertilizzante con la duplice funzione di: ridurre le emissioni di prodotti chimici inquinanti ed assorbire l’anidride carbonica, aiutando le colture a crescere più forti, raddoppiando così la produzione. Il biochar non è una novità, ma il suo collaudo da parte di molti agricoltori del Kenya si. La società “Black Revolution” ha creato un suolo specifico per la crescita composto da biochar e altre sostanze organiche, mettendolo in prevendita su Kickstarter (piattaforma per proporre e finanziare progetti creativi), riscuotendo un ottimo successo in termini di finanziamenti ed ordinazioni. Questi ordini saranno monitorati per creare un report sull’influenza del biochar in agricoltura. Il fondatore Jason Aramburu, sottolinea come non sia impossibile fare del bene e, al contempo, avere un reddito economico.
2. Mobile Alliance For Maternal Action
Questo progetto è attivo in India, Banghladesh e Sud Africa e consiste nell’invio di messaggi vocali o SMS per fornire assistenza sanitaria. Donne che vivono in paesi con elevata mortalità materna ed infantile ricevono informazioni vitali attraverso i dispositivi mobili per diffondere pratiche sanitarie e comportamentali sulla salute delle madri e dei bambini. Il MAMA conosciuto anche come Mobile Alliance for Maternal Action è una collaborazione pubblico-privata tra l’Agenzia statunitense per lo Sviluppo Internazionale e l’azienda Johnson & Johnson con i partner che supportano la Fondazione delle Nazioni Unite, mHealth Alliance e BabyCenter.
3. Love with food
Si tratta di un abbonamento online di circa 12$ al mese, che manda direttamente nelle case confezioni di dolciumi di diverse marche. Per ogni confezione viene erogata una quantità di denaro pari al costo del prodotto ad una banca del cibo locale. Questa iniziativa lanciata da Aihui Ong ha quasi 1.000 abbonati e un tasso di crescita di circa il 25% ogni mese. Banche alimentari amano le donazioni e le aziende alimentari amano il sito perché offre loro visibilità, una grande spinta di marketing e pubbliche relazioni ed un ottimo sistema di distribuzione.
4. Zaarly
È un mercato per qualsiasi cosa. Tramite questa piattaforma è possibile “fare rete” facilitando lo scambio di domanda e offerta di prodotti ma soprattutto servizi e lavoro. Alla base vi è una transazione monetaria tramite carta di credito sul sito, oppure mediante contanti senza costi aggiuntivi grazie al commercio mobile e ad applicazioni come Square. Questa piattaforma può offrire un flusso ulteriore di entrate oppure diventare un vero e proprio lavoro. Potrebbe essere l’inizio di un’economia freelance, certo esistono piattaforme simili, ma su larga scala Zaarly potrebbe diventare il prossimo e-bay per novelli imprenditori.
5. Skillshare
Permette a chiunque di insegnare in una classe. Questa piattaforma online alimenta una comunità (in crescita) creando un mercato online tra chi vuole imparare e chi vuole insegnare. Esistono cinque classi: arti creative, cucina, imprenditoria, lifestyle e technology, all’interno delle quali gli studenti possono scegliere materie specifiche. Il servizio sta andando forte nelle città di San Francisco, New York, Boston e Los Angeles e si estende velocemente in molte aree degli Stati Uniti. Il sito, poi, è un vero e proprio social network con le sue regole interne, che permette a docenti e studenti di interagire tra loro. Su ogni pagina di classe gli studenti possono valutare la legittimità dei loro professori. Partecipare ad una classe ha costi veramente accessibili, tra i 20 e i 25 dollari, poi c’è qualche costo aggiuntivo per le specializzazioni ma non si toccano mai cifre troppo elevate.
Mi piace pensare che realtà di questo tipo possano cambiare il mondo, fare rete tra loro, collaborare. Ovviamente pensieri utopici sono ben radicati nella testa dei molti che provano, o solo pensano, ad abbattere barriere. Nonostante l’evidente crisi, una rete di “start-up sociali” (digitali e non) e imprese tradizionali organizzate (pubbliche e private) che scambiano know-how e materie prime, influenzandosi a vicenda, potrebbe veramente rimettere in moto il sistema impresa, modernizzando la produzione e la comunicazione di prodotti e servizi sempre più correlati tra loro. Una collaborazione finalizzata ad accelerare apparati burocratici ed innestare una nuova visione dinamica, etica e responsabile all’ecosistema impresa, per renderlo più adatto al nuovo futuro. Un organismo funzionale con nuove, sostenibili abitudini.