La passerella galleggiante più famosa al mondo ha chiuso i battenti domenica 3 luglio ma ancora colora le nostre timeline di giallo oro, o, come lo chiama il suo ideatore, color dalia.
Non sta a noi giudicare i propositi artistici di Christo, ma da bravi analizzatori di trend e di fenomeni accaduti on-line non possiamo non approfondire la genesi e la realizzazione di un’opera che i nostri figli studieranno nei libri di storia dell’arte.
The floating piers: la visione olistica del sentimento intorno all’opera
Ciò che molti studiosi non hanno afferrato, e che invece è stato ben capito dalla gente comune, quasi inconsapevolmente, è che l’arte contemporanea ha avuto negli ultimi anni un cambio di rotta.
Da oggetto è diventata soggetto, ovvero qualcosa che va considerata includendo l’insieme delle reazioni che il pubblico le dedica. Soprattutto per quanto riguarda, ora, il fenomeno mediatico delle condivisioni dell’esperienza. Quindi l’opera d’arte non è (solo) qualcosa da visitare nei musei, ma qualcosa da vivere, da condividere, da indagare. È l’emozione del pubblico la sede principale dell’opera, non l’opera stessa.
Non è questo luogo per spiegare perché l’arte comincia ad avere bisogno del pubblico e il pubblico di arte, e perché da fenomeno d’elite diventa così forte il senso di partecipazione, ma ci tengo ad introdurre così i dati social.
Come spesso ho affermato nei miei articoli, anche qui su Marketingarena, dietro ad ogni post ci sono le persone, e dietro ad ogni fenomeno social mediatico ci sono ragioni antropologiche e sociologiche.
L’opera non è piaciuta ai grandi storici, ma è amata dal pubblico
Christo, l’autore, ha completamente finanziato le spese dell’opera vendendo su Christie’s i bozzetti della fase preparatoria. Non ha creato corsie preferenziali, e non ha coinvolto vip o influencer. I veri “raccomandati” per saltare la fila sono stati i disabili e i bambini sul passeggino.
Forse anche per questo, i grandi cultori della storia dell’arte italiani, o presunti tali, hanno disprezzato l’opera chiamandola “una sagra di paese” o spiegando che non portavano in alcun “dove”. Ma era proprio questa l’anima artistica dell’opera: una sorta di interpretazione estremamente democratica di un’esperienza unica, in cui la gioia era semplice: la condivisione. È stato bellissimo salutarsi e ridere con persone sconosciute, anche durante le lunghe attese. Scoprire in ogni angolo gente che si faceva selfie in ogni modo, e sapere di essere parte di una performance irripetibile, temporanea, unica al mondo.
Mettiamoci pure la bellezza delle acque scure del lago d’Iseo in contrasto con il tessuto cangiante, il territorio meraviglioso, i dettagli scrupolosi come le divise degli stewart e delle hostess. Insomma, su questo fenomeno unico e temporaneo le foto, i video, i post non sono assolutamente mancati!
Il fenomeno mediatico non riguarda solo i numeri: i gruppi su Facebook, le parodie, e tanto altro
Prima di passare ai numeri legati all’hashtag #thefloatingpiers, ci tengo a sottolineare come questo fenomeno abbia spinto al sostegno della folla in arrivo nientepopodimeno che i residenti stessi.
Conta ben 2176 membri il gruppo su Facebook chiamato “The floating piers in tempo reale” con tanto di collegamento alla web cam per controllare la fila antistante la casa comunale di Sulzano. Alla fine della kermesse è diventato “The floating piers: io c’ero” con la promessa di realizzazione di un libro con le foto più belle delle persone che hanno visitato l’opera.
Non sono mancate le parodie, con un Cristo che benediceva a destra e manca e sirenette con ciambella galleggiante poco probabili condivise in giro per il web.
Anche Google ha deciso di rendere eterna l’opera con la realizzazione di uno street view che abbraccia tutte le passerelle del progetto.
I numeri: il ponte di Christo è degli utenti
Il riverbero mediatico è incredibile, e nascono siti appositi per dare una dimensione e una catalogazione a tutti i post generati sulla passerella arancione.
Eccone uno: tuttisulponte.it
Ora facciamo anche noi qualche considerazione, numeri alla mano:
Tempo di riferimento: 18 giugno – 3 luglio (tempo di apertura della passerella)
- L’hashtag #thefloatingpiers è stato usato 13.200 volte, con picchi sabato 18 giugno e mercoledi 29 giugno
- La media giornaliera di questo periodo del suo utilizzo è 515 volte
- È stato utilizzato prevalentemente su twitter (12.087) sulle news on-line (495) e su Instagram (470).
- Picco 18 giugno: engagement medio 7.806
- Picco 27 luglio: engagement medio 9.636 (per engagement si intende l’utilizzo dell’hashtag in blog, news dei siti d’informazione, forums, Facebook’s likes+commenti+condivisioni, numero di tweet, commenti, retweets di Twitter, Instagram likes+commet+ repost).
- Engagement totale di tutto il periodo 60.700 persone
- Reach potenziale di tutto il periodo 222.100.000 persone!
- Picco di reach potenziale il sabato 18 giugno 29.844.127 persone!
Il sentiment di tutto questo materiale mediatico è prevalentemente neutro e positivo (solo un tweet di sentiment negativo, ma molto influente, quello di Vittorio Sgarbi).
“Camminare senza un dove: solo la gioia di farlo”
Anche lo stesso Christo si è stupito di tanta affluenza. Ma chi ha le antenne diritte sulle tendenze artistiche sa che l’elevazione del sé è più forte e concisa se lo si sente in gruppo. Christo e Jean Claude hanno dato qualcosa da vivere a tutti allo stesso modo, che rimarrà incastonato nei ricordi, grazie anche ai social.
Ha messo tutti sullo stesso piano….ehm! No, sulla stessa passerella!
E voi? Ci siete stati?