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Siti web B2B: 5 falsi miti da sfatare

A volte si pensa che i siti web B2B, essendo vetrine online di aziende che si rivolgono ad altre aziende, debbano seguire canoni precisi e un design più impostato, rispetto ad esempio a siti B2C. La realtà dei fatti è che lo stile comunicativo deve dipendere principalmente dai valori del brand, prima ancora che dal target a cui si rivolge. 

Di seguito, questo e altri luoghi comuni sui siti web B2B che vogliamo contestualizzare!

#1 Bello ma non bellissimo: ma per chi?

“I siti web B2B si rivolgono alle aziende”: ma dietro alle aziende non ci sono delle persone?! Nella scelta dello stile comunicativo si deve tenere in considerazione che per quanto un sito di questo tipo sia rivolto a un mercato B2B, l’utente che ne dovrà rimanere colpito, affascinato, incuriosito è pur sempre una persona, sia questa un manager o lo stesso titolare.

La comunicazione deve quindi essere sì, in linea con i valori del brand, ma non per forza troppo rigida e impostata: spazio alla creatività, ad un design accattivante e ad un tone of voice tutt’altro che noioso. Creare un’esperienza attrattiva e positiva per l’utente, susciterà in esso interesse e aumenterà la possibilità di renderlo un potenziale cliente.

#2 Touch Point per il Business.

“È più difficile vendere tramite un sito web B2B!” 

Certo, il processo decisionale potrà non essere semplice e immediato, come può esserlo per l’acquisto di capsule di caffè su Amazon, ma grazie al racconto del brand e del prodotto e alla creazione di strategici punti di micro conversione, come la prenotazione di una demo, dei test per valutare l’affinità con il prodotto, l’iscrizione a flussi di email marketing per tenere aggiornato l’utente, è possibile influenzare positivamente quest’ultimo e tener vivo il suo interesse per ciò che il brand offre. Se l’obiettivo finale è la vendita, sarà importantissimo investire nella creazione di un’esperienza piacevole e interessante per l’utente, che permetta di condividere non solo le informazioni sul prodotto o il servizio, ma anche sulle persone, sulla storia e sui valori che rappresentano il brand. 

#3 Info TOP SECRET!

“Meglio non fornire troppe informazioni, ci penserà il Sales!”

Quanto e cosa dobbiamo comunicare all’utente? Domanda saliente nella progettazione di un sito web, che può anche creare diverse diatribe, tra chi ritiene di dover inserire il maggior numero di informazioni per attirare l’interesse e l’attenzione di potenziali clienti e chi invece sostiene che certi dettagli debbano essere comunicati solamente in una fase successiva, per non “spaventare” l’utente (nel caso ad esempio dell’indicazione di prezzi) o rischiare di non riuscire a raccontare nel dettaglio un servizio, che di persona sarebbe molto più semplice.  

Prendere la prima strada, ovvero condividere molte informazioni, pertinenti e di qualità, può non sempre giocare a favore, ma permetterà all’utente di stimolare curiosità e acquisire consapevolezza dei bisogni, spesso latenti. È molto probabile infatti che l’utente acceda al sito per ottenere la risposta ai suoi dubbi prima di acquistare un prodotto di cui ha bisogno, è perciò fondamentale che trovi tutte le risposte

#4 Dopo il go live tutti in letargo!

“Siamo andati online con il nuovo sito web e per un po’ non vogliamo più saperne.”

Dietro allo sviluppo di un sito web c’è un grosso lavoro di coordinamento, creatività, strategia, e molto altro, ma è sbagliatissimo pensare che una volta concluso il progetto ci si possa sedere e lasciare che questo “bambino” cresca da solo. È importante effettuare aggiornamenti, in primis di contenuto, per fornire nuove informazioni agli utenti, far vedere che si è attivi e presenti, ma anche per scalare le posizioni di Google e concorrere per determinate parole chiave legate al business e ai prodotti o servizi offerti. Oltre a questo, è importante tener monitorati i dati qualitativi e quantitativi sul traffico e sul percorso di navigazione degli utenti per poter metter mano a ottimizzazioni in termini di conversione e usabilità del portale, facilitando gli stessi nella navigazione.  

#5 B2B sta a Desktop come B2C sta a Mobile 

“I siti B2B devono performare specialmente da desktop perché le ricerche verranno fatte durante l’orario d’ufficio e quindi attraverso PC.” 

Partendo dal presupposto già citato che dietro le ricerche e le scelte aziendali ci sono delle persone, oggi, specialmente per figure come ad esempio i manager, diventa quasi impossibile scindere i momenti, gli strumenti, i canali dedicati al lavoro piuttosto che ad altro: per questo, pensare che le informazioni vengano ricercate e captate solamente in determinati frammenti della giornata è restrittivo.

È importante quindi non basarsi sui presupposti ma indagare il dato, analizzare i dispositivi dai quali proviene il traffico e agire di conseguenza, ottimizzando il sito per fornire una migliore esperienza di navigazione all’utente. In ogni caso, è sempre bene essere pronti su tutti i fronti, poiché non si può sapere a quale porta il vostro potenziale cliente sceglierà di bussare!

 
 
AUTORE

Francesca Castello

I risultati portano grandi soddisfazioni, ma è il percorso per raggiungerli che arricchisce veramente. Laureata in Marketing e Comunicazione, tenace e maniaca dell’organizzazione. Adoro viaggiare, con il corpo e con la mente.
 
 

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