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Quando l’arte veicola il business

Pare che l’Italia abbia finalmente capito l’importanza della cultura, non intesa soltanto come groviglio di opere ereditate dal passato ma impegno attivo alla valorizzazione delle nostre inclinazioni artistiche e di quanto di bello possediamo nel nostro paese.

Una città su tutte: Brescia; guidata da Marco Goldin, classe 1961 ,esperto organizzatore di mostre, cerca di ricreare il “miracolo” compiuto a Treviso, dove le sei mostre organizzate da Goldin stesso hanno attratto oltre 2 milioni di spettatori.

Nella città sono infatti aperte due esposizioni di punta di questa stagione: una è dedicata a Piet Mondrian, l’altra intitolata “Turner e gli impressionisti” ma si potrebbe anche chiamare “Big Bang: della luce e quindi del colore, alla esplosione primordiale del paesaggio”.
Il progetto è ben diverso da quello messo a punto per Treviso, perché diversi sono gli stakholders coinvolti (là i privati,qui gli enti locali) e la realtà in cui le mostre stesse sono inserite ma la mission c’è ed è ben chiara: non creare più solo grandi mostre ma creare mostre belle, confortevoli, che oltre all’appetito artistico e culturale sappiano saziare l’ospite a tutto tondo.
Mi spiego meglio, queste esposizioni sono create in modo da non essere soltanto esposizioni, ma occasioni di conoscenza, strade da scoprire; il visitatore qui è motivato alla scoperta con un’attenta progettazione delle sale e coccolato dalle luci,dai colori,dalle applicazioni multimediali e dagli angoli ristoro. Diventano un’agorà dove la gente và per incontrarsi, dove si sfugge lo spirito elitario in nome di una democratizzazione della cultura che eleva chiunque lo desideri.

Ed è così soprattutto che la mostra diventa veicolo di comunicazione per la città stessa, soggetto centrale, diventa motivo di un infittirsi di relazioni che vedono l’ente locale farla da padrone a beneficio di tutta la sua economia e della sua immagine che da prettamente industriale si fa culturale. (Uno studio pubblicato da Il Mulino valuta la ricaduta economica di 100 mila visitatori di una mostra in sei milioni di euro: questo significa che nel 2006 Brescia ha avuto una ricaduta di 32 milioni prodotta dai 541.547 visitatori di “Gauguin-Van Gogh” e dai 271.298 di “Millet” . Per ogni visitatore il Comune di Brescia riceve quindi un euro_ fonte: Il Sole24Ore_)

Sono stati investiti dal Comune di Brescia circa 4 milioni di euro (a cui se ne aggiungeranno molti) per migliorare la sicurezza, l’agibilità delle sale, il condizionamento e l’illuminazione del complesso musale di Santa Giulia ed il risultato è anche,come se non bastasse, una miglior reputazione a livello internazionale che rende più facile mettere insieme grandi collezioni.

Si tratta di un esempio che vede la cultura inserirsi tra il pragmatico mondo degli affari( i soldi che circolano sono davvero molti) e le istanze più elevate dello spirito, esempio già colto dalla città di Padova e Verona con la mostra sul Mantenga ma che sarebbe bene molte altre città italiane facessero proprio.

Ilaria Paparella per marketingarena

 
 
AUTORE

Ilaria Paparella

 
 

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