La storia di Optimizely è simile a quelle di molte altre startup innovative: nasce nel 2010 negli Stati Uniti, dalla brillante mente di due giovani nemmeno trentenni e cresce a Y Combinator il più famoso incubatore di startup del mondo. Dopo nemmeno un anno di attività riesce a chiudere il primo round di finanziamenti raccogliendo 1,2 milioni di dollari, diventando cash flow positive a fine 2011. Gli ex Google Peter Koomen e Dan Siroker rispettivamente CTO e CEO dell’azienda, si ritrovano a 30 anni con un bel gruzzolo da parte da riuscire a sistemare le loro future 5 generazioni. Capitali a parte, quando nominiamo Optimizely pensiamo solamente ad una cosa: A/B testing.
Come dice la parola stessa, e per chi ancora non lo sapesse, questo strumento utilizzato nel marketing e nel design si utilizza col fine di testare, appunto, due versioni (A e B) di uno stesso elemento per verificarne l’efficacia, rispetto ad un obiettivo prefissato, con un valore che ne determina o meno il successo.
L’obiettivo di questo test deve essere il principio fondamentale su cui basare gli esperimenti empirici: quindi, se devo aumentare le sottoscrizioni alla mia newsletter dovrò valutare la lunghezza del form, quanti sono i campi obbligatori o come viene visualizzato il modulo della privacy. Una volta che sottoponiamo le due diverse versioni al pubblico, riusciremo a valutare quale è riuscita ad ottenere i migliori risultati in base all’obiettivo prefissato.
Optimizely nasce, quindi, come piattaforma per l’A/B testing, ma nel corso della sua, seppur breve, storia ha già ampliato il suo catalogo prodotti seguendo il cambiamento di vision dei suoi creatori. Non solo più quindi test sui differenti design dei siti da web (volti alla CRO, avevamo accennato della sua esistenza già nel 2014) o mobile (sì anche per le app), ma che tendono alla ricerca della massima personalizzazione dell’esperienza utente.
Da qualche mese infatti sono stati lanciati i nuovi prodotti di casa Optimizely, molto fantasiosamente raggruppati sotto il nome di Optimizely Personalization.
Personalizzare è già il must do e il futuro della Customer Experience: con Personalization, Optimizely assicura un “mondo ottimizzato” e un’esperienza utente unica in una moltitudine di canali, dove creatività e tecnologia interagiscono in simbiosi per offrire al cliente il suo miglior mondo possibile. Secondo Wyatt Jenkins, Product Vice President (ex Shutterstock),
“After you start to do A/B testing, the natural next progression in the mindset of the user is to not only test different hypotheses but also to realize that my product should be many things to many people”.
Il tutto con un solo tool, senza uffici stipati di ingegneri che lavorano per te, potrai pianificare le tue strategie lasciando che al calcolo dei dati ci pensi la macchina. Personalization ti dà la possibilità di:
- scoprire le tue diverse audience e ipotizzarne le personalizzazioni adatte;
- targetizzare in real-time i visitatori del tuo sito in base alle azioni che compiono;
- creare esperienze customizzate per ogni audience del tuo sito web e mobile;
- misurare per ogni pubblico l’impatto dei cambiamenti che stai operando.
Sembra una figata, ed in realtà lo è pure. Sempre Jenkins scrive nel blog di Optimizely
“Consumers today expect a personal digital experience, much the same way they do offline. They receive personalized experiences from their news feed, social network, and shopping recommendations.”
Risuonano come le parole profetizzate dal Premio Oscar Jep Gambardella de “La Grande Bellezza”, noi utenti non possiamo più perdere tempo a fare cose che non ci va di fare ed il mondo perfetto di Optimizely dove dare “a truly great experience to your customer” è l’unico grande obiettivo per il futuro di tutti i business.
P.S. Per ora Personalization è ancora in versione Beta e dovrebbe essere disponibile a tutti verso la primavera di quest’anno.