L’eye tracking è uno strumento molto utile per migliorare la user experience, ci permette infatti di monitorare con precisione come si muovono gli utenti nel nostro sito, di capire su cosa si focalizzano e anche, cosa ignorano completamente.
Se un portale ben strutturato ed accattivante è un importante biglietto da visita nel caso di un blog o di un sito aziendale, nel caso di un e-commerce risulta invece imprescindibile. Di conseguenza, comprendere a pieno il comportamento degli utenti è fondamentale poiché ci permette, in primis, di capire cosa non va e quindi di modificarlo o addirittura eliminarlo drasticamente e ci dà poi importanti segnali su cosa invece catalizza la loro attenzione ed è bene potenziare.
Già nel lontano 2006 Jakob Nielsen, ricercatore danese considerato un guru dell’usabilità, pubblicò uno studio in cui dimostrò che gli utenti sono prevedibili e il loro modo di navigare all’interno di un sito internet è piuttosto standardizzato.
Nielsen condusse la sua ricerca basandosi sul comportamento di 232 users di fronte a siti web di diverse natura e scoprì che, malgrado offrissero contenuti ed esperienze diverse, gli utenti tendevano a comportarsi tutti nello stesso modo. In particolare, Nielsen notò la velocità con cui venivano divorate le informazioni della pagina: dopo poche manciate di secondi gli utenti cambiavano pagina o la abbandonavano.
Nella sua ricerca, Nielsen notò anche che lo sguardo degli utenti sembrava disegnare una sorta di “F” sullo schermo, muovendosi da prima orizzontalmente, per poi scendere verticalmente e in modo piuttosto rapido verso il footer. A variare solo la velocità di lettura delle informazioni: alcuni utenti si concedevano qualche secondo in più, altri erano più risoluti ma tutto si svolgeva all’insegna della rapidità, tant’è che Nielsen ha associato alla “F” anche il significato di fast.
Ecco una mappa ottenuta grazie all’eyetracking. Come si nota, la “F” a volte è molto evidente, altre volte appare più abbozzata ma in ogni caso è evidente come l’utente si approcci ai contenuti.
Le differenze tonali riguardano le aree di maggiore interesse dell’utente, indicate con il colore rosso, seguite dalle aree gialle caratterizzate da meno visite fino a scemare fino alle aree blu, ovvero quelle meno visitate.
Sulla base di questo studio appare evidente l’importanza di posizionare le informazioni su cui si vuole ci si focalizzi o posizionare le call to action nel modo giusto, all’interno delle pagine. Un posizionamento sbagliato è assolutamente deleterio e può essere la causa di un numero limitato di conversioni.
Il modello ad “F”, benché rappresentativo del comportamento tipico di un utente di fronte ad un sito web, non tiene conto delle finalità durante la navigazione. Un utente che approda ad un sito, di qualsiasi tipo, con un obiettivo concreto sembra comportarsi in modo completamente differente, come ha affermato Christi O’Connell in un articolo per usability.gov. La ricerca suggerisce che quando un utente ha in mente un obiettivo ben preciso preferisca optare per una consultazione veloce sacrificando una visione d’insieme.
È importante tenere conto anche di questo nella costruzione di un sito; intuendo cosa gli utenti siano portati a cercare si potrà modificare o costruire il proprio sito sulla base delle loro esigenze.
Interessante, a proposito dell’Eyetracking, anche uno studio del 2011 pubblicato su The Moz in cui si dimostra che gli utenti, posti di fronte alla SERP di Google, si concentrano visivamente sui primi risultati, scartando, automaticamente, gli altri. Ecco perché un buon posizionamento sui motori di ricerca è fondamentale. Nel caso in cui ci siano poi link a video o anteprime di immagini, sono questi a fare la differenza e a catalizzare l’attenzione.
Gli studi sull’eyetracking suggeriscono poi di restare fedeli, quanto più possibili, alle convezioni. Gli utenti, quando visitano un nuovo sito cercano le informazioni in posti ben precisi: non cercate di essere innovativi a tutti i costi, il rischio è di diminuire drasticamente la permanenza degli utenti sul vostro sito.