Ieri Io, Filippo e Ilaria siamo stati alla Venice International University ad ascoltare Eero Miettinen, manager of group design Nokia che ha parlato del rapporto tra cultura e design nella lecture dal titolo “Design and culture – Finish brand design and nokia”.
Il design è un tema forte, che permea ogni giorno di più i prodotti e i marketing anche nel largo consumo, d’altra parte il bello non dispiace a nessuno (e l’ikea dimostra che design, funzionalità e largo consumo possono convivere).
La semplicità di Eero Miettinen (giusto per capire l’importanza del personaggio, ha disgnato la saab cabrio) è disarmante, si è presentato con un foglio scarabocchiato come scaletta e slide da comunicatore: solo immagini. La presentazione ha reso una buona lettura del design finlandese e più in generale scandinavo e durante l’esposizione sono stati evidenziati paralleli interessanti, dai tavoli ai tappeti, dai bagni di lusso alle chiese, dalle case per l’estate ai cancelli: tutto sembra molto diverso se visto con la semplicità e purezza di linee tipiche di questo approccio al design.
Altri ne parleranno, a noi interessa però evidenziare come una persona cosi ispirata sia venuta a Venezia per domandarsi, con la platea, perché in Finlandia al kindergarten (asilo) si insegna musica ma non si dice che i bicchieri da cui beviamo sono opera di professionisti, che fare i bicchieri è un mestiere. Il focus sulla creatività è un incoraggiamento che viene da Miettinen ed è interessante come una figura che, alla fine lavora comunque sul prodotto, ispiri ed inviti ad estendere le proprie vedute piuttosto che a concentrarsi su un prodotto o un servizio.
Dal design, alla cultura, a Nokia. E’ forte l’affermazione per cui oggi Nokia è una internet company nel cui design le forme seguono le funzionalità, non viceversa (il cellulare bello e impossibile non è difficile da creare, il problema emergente è l’usabilità dei telefoni).
Molto bella la chiusura in cui vengono mostrate in parallelo le immagini dei loghi microsoft e linux e l’auspicio è quello di una maggiore collaborazione su piattaforme open source per il bene delle aziende e degli utenti. Per chi si occupa di marketing questi momenti di scambio a livello culturale sono molto stimolanti, per esempio oggi ho scoperto che, anche in 30mq, un finlandese non rinuncerebbe mai ad una sauna e,tendenza recente, a un open fire. Bello anche capire come l’aziendaleader nella tecnologia mobile parta da lontano per arrivare al design dei propri prodotti, cercando spunti tra gli scatti degli studenti e irapporti con le università. Quale lezione per il nostro marketing? Gli sforzi che i finlandesi stanno facendo per trasformare in brand “finnish design” non dovrebbero essere dimenticati quando si lavora, sia in termini di prodotto che di comunicazione sul “made in Italy”, inoltre le nostre aziende possono e devono cogliere questi segnali perarrivare a prodotti creativity-driven e di assoluta qualità.
Le differenze poi, esisteranno sempre, ma l’approccio mentale dei finlandesi ha convinto: non è il caso di restare indietro. Ad Ilaria e Filippo, nei commenti, lo spazio per completare eventuali mie omissioni.