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Tim Race, XFactor. Oltre i Social Media


Cosa accomuna una piattaforma social e un talent show musicale? Il successo dei social network. Ma andiamo per gradi e, prima, cerchiamo di capire di cosa stiamo parlando.

TIM RACE

Tim Race è una piattaforma social messa in piedi da Tim in occasione degli ultimi GP del motomondiale. Uno spazio web dunque, dove si accede loggandosi con l’account twitter e si commenta, si vota, si interagisce online, twittando a più non posso per cercare di scalare il podio e vincere l’onore della ribalta televisiva (ovviamente c’entra la Ducati, di cui Tim è sponsor).
Finite le presentazioni passiamo alla matematica. Durante il Gp di San Marino questi sono stati i numeri:
reach di 52 milioni di contatti; più di 150 mila tweets monitorati; picchi di 2580 tweets al minuto. Niente male.

X-FACTOR

Probabilmente in questo caso non servono presentazioni: è il talent show sulla bocca di tutti, dove i veri re, più che i concorrenti, sono i 4 giudici Mika-Morgan-Elio-Ventura, uno dei tanti segreti del successo del programma. Ad ogni modo, anche in questo caso riportiamo qualche numero: 400.000 like su FB, 1.400 followers su Pinterest, 45.000 su Instagram e 313.000 su Twitter. Ma non solo questo: 65.000 tweet solo nell’ultima puntata (siamo vicini al milione di totale di tweet), inserendosi costantemente tra i TT, occupando addirittura contemporaneamente più posizioni della top ten. Ancora, nell’ultima puntata gli applausi virtuali sono stati oltre 22 milioni e sono stati ricevuti 1,3 milioni di voti.

SOCIAL

Vere e proprie casistiche di successo sociale dunque. Ma dove sta il segreto? Beh, all’ultimo posto, sicuramente, ci sono i social stessi: troppo frequentemente si è portati a pensare che i social media possano essere il rifugio da tutti i mali, la chiave del successo automatica di qualsiasi iniziativa web, il fratellino minore che, con costi contenuti, ti permette di giocare e al tempo stesso risolvere ogni criticità.

No signori, non è così. Diventa quasi stucchevole andare a riprendere sempre gli stessi concetti, ma ahinoi, è quasi necessario: i social sono soltanto degli strumenti, parte di un communication mix che per funzionare ha bisogno di una strategia ampia. Per generare valore aggiunto e ROI i social hanno bisogno di un prodotto, di un interesse naturale (o meglio potenziale) verso l’oggetto della comunicazione e di una strategia che sia coerente, funzionale, vincente. Se si legano tutti questi elementi i social, se usati bene, spaccano.

Invece questo passaggio ancora non è chiaro a molti. E il risultato è che si svalutano i social stessi, in quanto se usati male non portano risultati (e in certi casi son deleteri): conoscere target, obiettivi, mercato, posizionamento, competitor… sembra accademia, ma non lo è. E quando lo capiremo avremo già rovinato la reputazione di questi strumenti.

 
 
AUTORE

Marco Vangelisti

Marco Vangelisti, classe 1987, toscano DOC, appassionato-curioso-esperto di comunicazione, marketing e social media, tanto da trasformare questi in un lavoro. Mi piace avere la vita piena e vivere sotto stress, per poi scaricarlo con lo sport e la musica. Vedo il bicchiere mezzo pieno e rido di gusto.
 
 

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